/ Cultura e tempo libero

Cultura e tempo libero | 09 gennaio 2019, 10:00

Il ricordo del filosofo astigiano Mario Perniola, a un anno dalla sua scomparsa

Il 9 gennaio 2018 si spegneva a Roma Mario Perniola, filosofo astigiano di fama internazionale. Teorico del concetto di transito, sepolto a Nemi con un epitaffio speciale

Mario Perniola nel 2013

Mario Perniola nel 2013

Il 9 gennaio 2018 si spegneva a Roma Mario Perniola, filosofo astigiano di fama internazionale. Nato nella nostra città il 20 maggio 1941, figlio di Nicola- direttore della farmacia dell’Ospedale di Alessandria e di Olimpia, diplomata maestra, senza aver mai esercitato la professione, trascorse la sua infanzia nella casa di famiglia di via Pietro Micca e quella in corso Dante.

Allievo brillante e precoce di Luigi Pareyson, frequenta da subito gli ambienti intellettuali torinesi, che lo portano a cementare importanti amicizie, tra cui quelle con Umberto Eco e Gianni Vattimo. Teorico del concetto di transito, Perniola non si sentiva mai totalmente a casa, complice forse il suo continuo viaggio, filo rosso della sua carriera internazionale.

Il suo rapporto con Asti: le parole della sorella Angì e della figlia Ivelise

Mio fratello Mario aveva molte patrie d’elezione, se così possiamo definirle. Rimaneva l’affinità con Asti, ma in fondo non si sentiva a casa da nessuna parte”, ci racconta la sorella di Mario, Angì.

A casa ci parlava spesso di alcuni luoghi di Asti che gli erano rimasti nella memoria. Ricordava le gite al Tanaro con la bicicletta oppure le lunghe passeggiate fino alla chiesetta di Viatosto”, ci dice la figlia del filosofo, Ivelise.

L’ultimo e più importante passaggio del filosofo ad Asti risale al 14 giugno 2008, quando tenne per Passepartout una conferenza dal titolo “Pensare il ‘68”, insieme allo scrittore francese Pascal Bruckner.

Il suo concetto di transito e l'epitaffio speciale 

È sepolto a Nemi, un comune poco distante da Roma, con un epitaffio che sancisce la sua filosofia: “Neque hic vivus neque illic mortuus. Non qui vivo, non là morto”. Ed è proprio qui che si concentra il concetto di transito: non avere una patria, una casa, sentirsi spaesati, costantemente in bilico, stranieri in terra straniera. “Abitare non vuol dire affatto essere a casa propria. Abitare vuol dire essere con i luoghi in un rapporto di vicinanza, ma parimenti di lontananza: la vicinanza conserva, non sopprime, la lontananza”, scrive Perniola nel suo capolavoro del 1985 “Transiti: come si va dallo stesso allo stesso”.

La sua carriera internazionale 

È stato professore ordinario di Estetica all’Università di Roma Tor Vergata, ha diretto il Centro di Studio e di Documentazione “Linguaggio e Pensiero” e la rivista di studi culturali “Agalma”, in collaborazione con la sorella Angì. Tra le sue pubblicazioni più importanti figurano Transiti, Del sentire, Il sex appeal dell’inorganico, L’arte espansa e molte altre. Perniola è stato anche autore di un romanzo, “Tiresia”, pubblicato nel 1968. Le sue opere sono state tradotte in moltissime lingue, anche orientali, a indicare la risonanza del suo pensiero.

Asti saluta, s’inchina e toglie il cappello davanti al genio del suo filosofo, alla sua brillante carriera, al suo essere internazionale.

 

Elisabetta Testa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium