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Cultura e tempo libero | 16 gennaio 2019, 16:42

Intervista ad un astigiano sul palcoscenico: Jacopo Morra stasera all'Alfieri nei "Miserabili"

Un percorso formativo intenso all'Accademia di Arte Drammatica di Udine che ha portato il giovane attore ad affermarsi...sognando l'Oscar

Intervista ad un astigiano sul palcoscenico: Jacopo Morra stasera all'Alfieri nei "Miserabili"

Questa sera in scena al Teatro Alfieri di Asti un classico: "I miserabili" tratto dal capolavoro di Victor Hugo, con la regia di Franco Però, drammaturgia di Luca Doninelli e nel ruolo di Val Jean Franco Branciaroli.

Jacopo Morra, astigiano, classe 1990, dopo la laurea in ingeneria del cinema della comunicazione a Torino, accetta la difficile sfida di interpretare ben tre personaggi del capolavoro di Victor Hugo.

Con lui sul palco Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos, Valentina Violo.

Lo abbiamo intervistato per la rubrica Very Astigian People poco prima dello spettacolo.

Come è iniziata la storia d'amore con la recitazione?

"E' stata una scelta non immediata. Ho sermpre amato fare sport e finito le scuole superiori mi sono iscritto e laureato in Ingegneria del Cinema e della Comunicazione a Torino. Sentivo di volere qualcosa di più coinvolgente che riguardasse il mondo del teatro e ho partecipato ad alcuni provini, tra cui quello per l'accademia di arte drammatica, sia di Udine che di Venezia. Sono statoselezionato da entrambe, ma ho scelto la prima e per tre annimi sono dedicato allo studio intenso, anche grazie all'appoggio e alla fiducia dei miei genitori, che mi hanno sempre lasciato libero di agire di testa mia. Sapevo che era quello il mio destino, stare su un palcoscenico e sapevo che non era facile. Il resto è venuto di conmseguenza e per questo mi ritengomolto fortunato!"

Quali sono stati gli elementi facili e quali i più difficili drlla tua formazione?

"Sicuramente un po' di sana voglia di avventura, mi ha portato a buttarmi con corpo e anima in questa esperienza. Il lavoro di attore è instabile, pieno di incertezze sul futuro, ma il mio amore per le storie, la letteratura, il cinema mi hanno spronato a guardarmi dentro, a lavorare su me stesso. perchè un vero attore deve per forza passare da questo per fare suo un personaggio e a volte si incontrano parti buie e ci si deve confrontare con il proprio io e soprattutto, con gli altri".

A proposito, come ti sei preparato per la tua interpretazione ne "I miserabili"?

"Nello spettacolo vesto tre ruoli molto differenti: uno è il rivoluzionario Combeferre, forse l'unica figura luminosa nel buio della tragica storia di Hugo, a cui mi sento molto affine, un po' per le pulsioni giovanili, un po' per la speranza che caratterizza me e la mia generazione; poi quella del gendarme integerrimo e devoto alla Legge e ancora un deliquente complice dell'antagonista di Valjean. Insomma, ho dovuto indossare maschere differenti e trovare affinità con ciò che sono. Una bella opportunità,che mi sta portando più sicurezza".“

Stasera sarai sul palco del tuo Teatro Alfieri...

"Sono emozionato! Espormi al pubblico della mia città è una grande soddisfazione e un grande onore. Spero di non deludere le aspettative (ride n.d.r.)".

Cosa c'è nel tuo futuro di artista?

"Sono una persona irrequieta, che guarda sempre un po' oltre ciò che sta vivendo e mi chiedo se questa sarà la mia professione per la vita. Un attore vive anche di dubbi e di sorprese, quindi sono molto aperto a ciò che mi riserva il destino. Se dovessi scegliere mipiacerebbe cimentarmi conil cinema,anche se in Italia non è per niente facile. La mia ambizione più grande? Vincere l'Oscar! La strada è lunga ma mai dire mai...!"

 

Manuela Caracciolo

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