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Cultura e tempo libero | 01 febbraio 2019, 16:30

"Come farfalle sull'acqua": il libro di Monica Tedeschi e gli spettri della depressione bipolare

Nel libro l'autrice racconta la sua malattia, la Mano Nera, che la avvolge con la sua freddezza da quando aveva 24 anni

Il libro di Monica Tedeschi

Il libro di Monica Tedeschi

È un libro da leggere tutto d'un fiato. In circa 80 pagine si può riscontrare un'elevata intensità. È sincero, vero, profondamente autentico nella sua storia.

Monica Tedeschi racconta la sua esperienza da depressa bipolare, dalle origini- quando aveva solo 24 anni- ad oggi nel suo "Come farfalle sull'acqua", edito da Letteratura Alternativa. Oggi Monica ha 52 anni e non ha paura di dire le cose come stanno e come sono state. È un libro che cerca di andare oltre ai pregiudizi, a quelle strane dietrologie che la gente si costruisce sui malati, ma soprattutto su chi soffre di depressione. Un libro che ha uno scopo ben preciso: "Questo libro nasce dall'intento di creare consapevolezza e motivazioni verso migliorie per tutti noi che abbiamo storie iniziali necessariamente differenti". 

Una penna particolare quella di Monica, che scorre fluida, ma nello stesso tempo porta con sé un'enorme pesantezza, non stilistica, ma esistenziale, ontologica. Monica è consapevole e analizza la sua esperienza con estrema lucidità. 

"Nel 1990 caddi malamente, mi ruppi qualcosa, ma non un osso. Una sensazione tanto fisica quanto immateriale sconvolse la mia vita e nulla tornò più come prima. Avevo appena 24 anni e il mio cervello, ridotto a una sottilissima lamina, mi schiantò al suolo". 

Monica parte da qui, dal suo primo incontro con la Mano Nera, che inizia a farla soffrire psicologicamente e fisicamente. La allontana dagli altri, scheletri assenti, ma soprattutto da se stessa. La depressione bipolare la mette a dura prova, ma come si cade bisogna rialzarsi. Monica è svuotata, annullata. 

Alla ricerca di se stessa e della sua vera dimensione oltre la maschera della malattia, Monica viaggia in qua e in là. Vuole, forse, un porto sicuro, un locus amoenus: riparo e protezione da questo mare in burrasca che la sta facendo annegare. Studia a Milano da pendolare, va a Parigi, Palermo, Pisa, in un viaggio continuo verso la normalità. 

Gli amori la mettono a dura prova: è tanto facile affezionarsi agli uomini ma tanto difficile trovare qualcuno che capisca il male che abbiamo dentro. Sono due, forse, i veri uomini della sua vita: suo papà, che le ha sempre offerto la sua mano per risollevarla da terra e suo figlio. 

Monica affronta tre lutti importanti: la scomparsa di sua madre, suo cugino e suo cognato. Scomparse che non fanno che alimentare in lei quel senso di alienazione, straniamento e sradicamento, alle quali si aggiunge un divorzio. 

Parliamo di un libro nudo e crudo: Monica qui racconta tutte le sue facce, come in un gioco di specchi. Il lettore si trova inondato da un mare di emozioni. Confuso e spaesato, arriva persino a pensare di essere affetto anche lui da questa malattia, tanto è facile immedesimarsi nel racconto. 

Una sorta di autobiografia, per cercare se stessa, ma soprattutto per aiutare gli altri, fratelli di depressione o meno. Colpisce quante volte il dolore di Monica sia indirizzato verso le storie degli altri e non tanto verso se stessa: un racconto in cui si respira empatia sincera, del tutto privo di ogni forzatura e finzione. Up and down, alti e bassi, "le discese ardite e le risalite", avrebbe detto Lucio Battisti, in una continua altalena . 

Un libro consigliato a tutti, ma forse non per tutti, portatore sano di una malinconia viscerale e abissale. Chi soffre di depressione è come una farfalla caduta accidentalmente nell'acqua: cerca di volare di nuovo, ma finisce per arrendersi all'immobilismo. Le farfalle nell'acqua, però, hanno bisogno di essere aiutate: basta un dito per farle risollevare e sono di nuovo in volo. 

Chi è Monica Tedeschi 

Monica Tedeschi nasce a Milano il 17 novembre del 1966. Di indole nomade, abita in svariate città tra Italia ed estero: Torino, Londra, New York, Parma, Parigi, Palermo, per approdare, poi, in un paesino del Monferrato dove attualmente vive. Nominata nel 1993 Giovane Artista fotografa italiana alla V Biennale internazionale di fotografia a Torino, percorre i sentieri dell'arte sperimentando il suo poliedrico talento in fotografia, pittura e scrittura. Ha un passato da blogger e pubblicista per il bisettimanale "La Nuova Provincia". "Come farfalle sull'acqua" è il suo libro d'esordio. 

 

Elisabetta Testa

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