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Attualità | 06 settembre 2019, 18:15

Sciopero delle pulizie al Tribunale di Asti

Le nove addette non vengono pagate da mesi

Sciopero delle pulizie al Tribunale di Asti

Hanno incrociato le braccia le addette delle pulizie in servizio al tribunale di Asti.

Lo sciopero è in corso da alcuni giorni. I cestini della spazzatura straripano negli uffici. Alcuni dipendenti del palazzo si portano a casa l'immondizia perché non sanno dove metterla. I bagni sono sporchi e vicino alle macchinette del caffè i bidoni sono stracarichi e il pavimento tutto chiazzato. Anche sulle scale non va meglio.

Le donne impiegate per tener pulita la struttura non vengono pagate da giugno. Sono in nove e hanno dai 30 ai 60 anni.

La ditta che le aveva assunte, la Manital spa di Ivrea, è in forte crisi da tempo. Si tratta di una grande società cooperativa che appalti per le pulizie anche per i tribunali di Biella e Vercelli e in altri uffici pubblici della nostra città: all'Inps, Inail, dalla Guardia di Finanza, all'Agenzia delle Entrate e alla Telecom.

Le dipendenti astigiane senza stipendio sono venti in totale, nove delle quali al palazzo di via Govone. "Non ci hanno ancora versato i soldi di luglio, agosto e la quattordicesima e ieri, con grande ritardo rispetto alle promesse, ci hanno pagato giugno" spiega una delle dipendenti della ditta.

Gli stipendi arrivano in ritardo da aprile. "Non mettiamo molto impegno in quello che facciamo e chiediamo garanzie per il futuro" aggiunge. Racconta di aver partecipato ad altri scioperi, uno a Ivrea e un altro a Roma, "ma ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta dall'azienda".

Alcune delle sue colleghe non ce la fanno più ad andare avanti. Sono separate, con figli da mantenere e affitti da pagare. "La situazione è drammatica" secondo il segretario Filcams Cgil Mario Galati.

Le lavoratrici, insieme a Cgil e Uil torneranno a protestare mercoledì prossimo davanti al tribunale.

Gli stipendi arretrati potrebbero continuare ad aumentare secondo il sindacalista. "Chiediamo ai committenti di porre fine agli appalti".

La crisi per la società eporediese era iniziata nel 2017, con le difficoltà del consorzio che conta 10 mila lavoratori in Italia, dei quali 1500 in Piemonte. Poi tutto sembrava si fosse sistemato, quando a inizio anno si è ripresentato il problema.

M.M.

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