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Agricoltura | 11 febbraio 2020, 10:56

Agricoltura: anche nel 2019 il bilancio delle imprese attive in Piemonte è in rosso

Il settore fa registrare i cali maggiori in particolare nell’Alessandrino (-28,6%) e Astigiano (-25%)

Agricoltura: anche nel 2019 il bilancio delle imprese attive in Piemonte è in rosso

A riconferma che il settore agricolo piemontese vive da anni un periodo di permanente crisi, nel 2019 le imprese attive di “agricoltori, allevatori, attività di caccia e servizi connessi” sono state 49.800, con un calo dell’1,9% rispetto al 2018 e del 19% sul 2010. Un dato decisamente più critico rispetto alla già tutt’altro che lusinghiera media nazionale (-14,5%).

Una ‘fotografia’ – evidenziata da un’analisi dello Studio Legale Lacalandra, specializzato in diritto fallimentare e crisi da sovraindebitamento, su base dati Unioncamere-InfoCamere (Movimprese) – che ha portato tanti piccoli imprenditori del settore prima a indebitarsi e successivamente a non riuscire a pagare i debiti, inclusi quelli fiscali.

Guardando alle aree geografiche che compongono la regione, i cali maggiori sono stati registrati ad Alessandria (-28,6%; 7.386 imprese attive) e ad Asti (-25%; 5.922 imprese). Province seguite da Vercelli (-16,7%; 2.131 imprese), Cuneo (-16,5%; 19.004 imprese), Torino (-15,5%; 11.460 imprese), Novara (-11,4%; 2.015 imprese), Verbano Cusio Ossola (-10,8%; 627 imprese) e Biella (-9,2%; 1.335 imprese). Cuneo e Torino sono le due città piemontesi con il più elevato numero di imprese del settore operanti sul territorio.

Ma cosa possono fare questi imprenditori che si trovano in difficoltà economica? Un aiuto arriva dalla legge sul Sovraindebitamento (L. 3/2012), che permette a soggetti non fallibili “meritevoli” di ridurre i debiti in base alle proprie capacità economiche.

La Legge sul Sovraidebitamento rappresenta una valida soluzione per chi si trova ad affrontare una situazione di difficoltà economicacommenta l’avv. Pasquale Lacalandra -. L’obiettivo della legge è, infatti, quello di aiutare anche i piccoli imprenditori a superare momenti particolarmente difficili come una congiuntura del mercato negativa non prevedibile. I numeri, però, confermano come questa proceduta sia ancora poco utilizzata. È importante che si faccia una maggiore comunicazione su questo tema, in modo da informare i cittadini dell’esistenza di un’alternativa in grado di aiutarli a risolvere i loro problemi”.

“Ma su questo punto bisogna fare chiarezza – specifica il legale milanese Non è una legge per i ‘furbi’, bisogna essere meritevoli altrimenti non è possibile accedervi. Inoltre, non bisogna dimenticare che questa procedura risulta vantaggiosa anche per il creditore, poiché, senza la ristrutturazione del debito, correrebbe il rischio di perdere totalmente ogni possibilità di recupero”.

Redazione

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