La vita sospesa di questi giorni di emergenza ha purtroppo messo la sordina sui primi passi di un progetto destinato certamente a raccogliere maggiore attenzione non appena l’allarme Coronavirus si ridurrà finalmente a uno spiacevole ricordo.
L’iniziativa è quella che ha preso le mosse con la costituzione della "Fondazione Radici, per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato", onlus che dietro il richiamo alla volontà di catalogarne e tramandarne storie e tradizioni ha raccolto le migliori energie di un territorio a suo modo unico.
Dell’ente fanno infatti parte 15 soci fondatori dalla caratura di assoluto rilievo per il loro peso nel mondo economico, culturale e sociale di questo angolo di Piemonte: dall’Associazione Commercianti Albesi all’Ascom Bra, dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato all’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, da Confindustria Cuneo alla Diocesi di Alba, da Egea Spa all’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, dall’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba a Famija Albèisa, dalla Fondazione Piera Pietro e Giovanni Ferrero a Piemonte Land of Perfection, dalla Miroglio Spa a Confartigianato Cuneo, sino a Radio Alba, il cui editore Claudio Rosso – eletto all’unanimità quale primo presidente del sodalizio – figura tra i promotori dell’iniziativa insieme al direttore della stessa storica emittente langarola, il giornalista Marcello Pasquero, e al fotografo albese Bruno Murialdo.
In attesa della presentazione ufficiale, prevista tra aprile e maggio, e nell’attesa di accogliere altri soci partecipanti e sostenitori, il primo “Collegio dei soci fondatori” – l’organo che avrà potere decisionale e d’indirizzo per la Fondazione – ha nominato un consiglio di amministrazione che nel ruolo di vice vede il presidente dell’Associazione Paesaggi Vitivinicoli Gian Franco Comaschi, affiancato dai consiglieri Giuliana Cirio (Confindustria Cuneo), Marco Scuderi (Aca ed Ente Fiera), Luigi Cabutto (Famija Albeisa) e Silvano Stella (Ente Turismo). A completare il Cda lo stesso Pasquero, che dell'ente sarà direttore, mentre l’ultimo posto nel consiglio sarà espresso dalla Regione Piemonte.
Nella Fondazione sono così rappresentate molte anime per un territorio variegato e capace di affrancarsi dalla “Malora” Fenogliana grazie a uno straordinario lavoro di squadra, fatto delle storie di centinaia di personaggi che hanno saputo esportare l’unicità di Langhe, Roero e Monferrato nel mondo.
Ai fondatori potranno poi affiancarsi altri soci partecipanti. E’ possibile presentare la propria richiesta di adesione scrivendo alla mail info@fondazioneradici.it.
Il presidente Claudio Rosso dichiara: «Sono molto fiero che l’iniziale intuizione di dare vita a un progetto culturale in grado di riconnetterci con la nostra storia e le nostre radici abbia trovato ampio consenso e si sia strutturato nella forma giuridica di una Fondazione. L’area collinare del Piemonte meridionale ha risorse umane e imprenditoriali veramente importanti, che meritano di essere messe in luce per farci avere coscienza del presente e permetterci uno sguardo nuovo nel contesto globale in cui viviamo. Avviare nuovi lavori, rubricare quel tanto che già esiste, digitalizzare il possibile è quanto ci apprestiamo a fare con l’aiuto di soggetti di grande spessore della nostra zona. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo rallenterà il nostro avvio, ma nel medio periodo sarà ancora più importante sviluppare la nostra idea. Siamo pronti ad essere un punto di riferimento da cui attingere idee, energie, volontà e coscienza di quella storia che ci ha portati dalla “malora” fenogliana a essere insigniti della tutela Unesco».
LA GENESI DEL PROGETTO
La Fondazione Radici nasce dal progetto denominato “Dalla Malora all’Unesco”. Un titolo che sintetizza il sogno comune di un giornalista, di un fotografo e di un editore innamorati della loro terra e desiderosi di raccogliere e tramandare quel patrimonio di cultura, di usanze e sapere che ha contribuito a renderla unica al mondo.
Un sogno che ha iniziato a realizzarsi poco più di due anni fa dall’incontro di quei tre personaggi: l’editore Claudio Rosso, artefice del rilancio di Radio Alba, il fotografo di “La Stampa” e “Repubblica” Bruno Murialdo e il giornalista di Gazzetta d’Alba e Radio Alba Marcello Pasquero.
Il modello era l’opera meritoria di personaggi come Donato Bosca, Walter Accigliaro, Renato Vai e altri che da decenni raccontano la storia delle Langhe, ma anche la meravigliosa rivista “Roero terra ritrovata”, senza dimenticare i “Granai della Memoria” voluti da Slow Food.
L’ambizione era proseguire nel lavoro di questi custodi della memoria mettendo a disposizione tutta la professionalità di una piccola e affiatata troupe arricchitasi con la presenza di un cameraman professionista: Daniele Ferrero. Claudio Rosso ha dato il via al progetto con risorse ed entusiasmo, Bruno Murialdo si è occupato di scattare per ogni personaggio centinaia di foto. A Marcello Pasquero il compito di intervistare, sbobinare e catalogare tutto il materiale raccolto.
In questo modo per ogni intervistato è stato possibile archiviare almeno due ore di racconti completi di audio, video in 4k e testo, già pronti ad essere consultati e utilizzati per realizzare materiale audiovisivo, ma anche per tesi o ricerche scolastiche.
IL RACCONTO ATTRAVERSO I PERSONAGGI
“Dalla Malora all’Unesco” è prima di tutto una storia che non viene raccontata dall’alto o a distanza, ma direttamente dalla viva voce dei protagonisti di quel lavoro corale che ha permesso a Langhe e Roero di diventare un territorio universalmente conosciuto. Il filtro del giornalista è quasi nullo, le domande sono poche per non togliere spazio alle memorie, le foto sono naturali e mai costruite o concordate.
Il lavoro è partito dai grandi patriarchi dell’enologia, per ragioni anagrafiche. Questo a qualcuno ha fatto pensare che il progetto fosse incentrato sul mondo del vino. Non è così, i produttori che sono partiti con una valigia di cartone e qualche bottiglia per far assaggiare i loro vini nel Mondo sono una parte fondamentale della storia, ma non l’unica.
La storia di Langhe e Roero non può essere raccontata senza raccontare di quegli autobus che ancora oggi partono dal più lontano dei paesi dell’Alta Langa diretti alla Ferrero. Senza quell’intuizione della famiglia Ferrero, di Pietro e Giovanni, prima e Michele, poi, oggi racconteremmo di una Langa disabitata e abbandonata e il ricordo della Malora sarebbe molto vivo e non relegato ai libri di Beppe Fenoglio. Quegli autobus hanno permesso alla Langa di non spopolarsi, ai contadini di non abbandonare quelle terre “grame” che oggi valgono milioni di euro.
Come non si possono dimenticare aziende come la Miroglio, Mondo, le Edizioni Paoline, l’Egea e molte altre che ancora oggi portano il nome di Alba e dell’albese con orgoglio in ogni angolo del globo.
Il vino quindi è stato solo il punto di partenza di un lavoro gigantesco che punta a salvaguardare la memoria non per puro culto delle ceneri, ma per imparare, dal passato, a tracciare le linee di un futuro sostenibile.
In poco più di due anni sono state oltre 50 le interviste raccolte dai patriarchi del vino Gigi Rosso, Beppe Colla, Giacomo Oddero, Michele Chiarlo, Vittorio Vallarino Gancia Angelo Gaja e Bruno Ceretto a personaggi politici come Natale Carlotto e Ettore Paganelli, fino ai campioni di pallapugno Berutti e Bertola, a Don Cesare Battaglino e Serafino Enrico. Più di 250 le ore di video raccolte per oltre 1.800 cartelle di interviste sbobinate.
LA NASCITA DELLA FONDAZIONE
Dopo circa un anno di lavoro, si avvicina a Rosso, Pasquero e Murialdo l’Ente Morale Famija Albeisa, con il prezioso aiuto di Gigi Cabutto. Il progetto prende valore e viene premiato dalla Fondazione Crc con un contributo di 15 mila euro.
A inizio 2019 l’inizio di una nuova fase. Intorno a un tavolo, nella sede della Famija Albeisa, Rosso, Pasquero e Murialdo convocano enti, consorzi del vino e aziende del territorio che rispondono “presente”. L’obiettivo è dare gambe solide al progetto. Come? L’intuizione è del presidente dell’Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero Luigi Barbero che lancia l’idea di costituire una Fondazione per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato. Pronta anche la sede, di grande prestigio, nel castello di Grinzane Cavour.
Dalla raccolta e dallo sviluppo delle idee è nata “Fondazione Radici, per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato”, costituita il 12 febbraio 2020 nello studio del notaio Lucia Cotto di Alba.
Si tratta di una Fondazione unica nel suo genere in Italia che lavorerà con l’indirizzo di un comitato scientifico, da costituire a breve e con l’operatività di gruppi di lavoro tematici che permetteranno la partecipazione di chiunque voglia dare il suo contributo per la tutela e la salvaguardia delle memorie. Gran parte delle interviste realizzate sarà messo a disposizione di studenti, ma anche di giornalisti e studiosi da ogni parte del Mondo. Parallela sarà l’attività di catalogazione e digitalizzazione del materiale già raccolto nel corso degli ultimi decenni, materiale che rischia di andare disperso per sempre e che ora avrà finalmente una casa e dei custodi.