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Palio | 22 maggio 2020, 15:46

"Il Palio 2020 non si può correre e non può adattarsi ad un'emergenza da superare". A chiederlo il sindaco del Comune vincitore della scorsa edizione

Forno:"Il Palio è comunità, festa, passione, sfilata, bambini, in una parola assembramento"

Gianluca Forno con il drappo vinto nel 2019 (MerfePhoto)

Gianluca Forno con il drappo vinto nel 2019 (MerfePhoto)

"Il Palio 2020 NON si può correre".

In attesa della decisione ufficiale che andrà presa a breve, il mondo del Palio si esprime con ragionamenti che riguardano la manifestazione a tutto campo, che non può prescindere dai colori, dalla passione, sudore, abbracci.

La riflessione in apertura è di Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri, appassionato di Palio, vincitore del discusso Palio 2019, edizione straordinaria, che ha consegnato un doppio Palio a Cattedrale, a Baldichieri e, indubbiamente, alla storia.

"Il Palio non si può correre - scrive Forno sulla sua pagina facebook - non per ragioni di natura economica: perché ad emergenze epocali non si risponde cancellando le principali manifestazioni che connotano positivamente un territorio e la sua storia, ma perché il Palio, per sua natura, non può adattarsi a quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo dal febbraio 2020 ad oggi. Un'emergenza che, si auspica in forma diversa e 'ridotta', andremo a dover superare nelle settimane e mesi a venire.

CUORE E RAGIONE VANNO D'ACCORDO

E per le ragioni già scritte, il cuore e la ragione, entrambi d'accordo, parlano di assembramento: comunità, rivalità, festa, abbracci, passione, sfilata, bambini, box e stalle, tribune e parterre, bandiere, bancarelle, cene, scherzi e sfottò, corsa

"Non ci sono e non ci saranno le condizioni per farlo in sicurezza, continua il sindaco, non è possibile che l'annata paliesca riprenda con le 'riaperture' dettate dai decreti che, inevitabilmente e giustamente, si susseguiranno ancora, che si conformi alle sacrosante priorità di natura sanitaria, senza esserne snaturata e stravolta al punto di perdere la propria identità".

Non per polemica ma forse per abbandonare una speranza che viene rinfocolata con il passare dei giorni chiede al Comune di Asti di superare "Il tempo di prender tempo" e comunicare quello che a suo parere è"un sentimento condiviso dalla stragrande maggioranza della gente, di Palio e non: il 2020 non vedrà disputarsi la nostra amata manifestazione".

NON UNA MERA QUESTIONE DI CASSA

Forno si dedica anche ai costi vivi del Palio, circa 210 euro (che quest'anno avrebbero visto anche l'intervento economico dei 7 comuni partecipanti) "È lo 0,3% del bilancio del comune, sono certo che ci siano misure di risparmio di spesa corrente praticabili e meno dolorose per la città, per il territorio, per la nostra immagine oltre i confini provinciali e per tante altre esigenze ancora".

"Non si può fare Palio in una manciata di settimane. Non si può fare Palio senza tener conto delle responsabilità organizzative e di tutela dell'incolumità e della salute pubblica. Purtroppo, non si può fare Palio in una situazione come quella che stiamo faticosamente cercando di superare".

IL PALIO È UN VALORE DA DIFENDERE

Il Palio di Asti appartiene alla sua città e alla sua gente, anche ai suoi detrattori e andrebbe difeso da chi dice che c'è sempre qualcosa di più importante

"Da un paio d'anni, conclude Forno, assisto perplesso ad una rivoluzione tentata verso il mondo del Palio che non mi permetto di giudicare negli esiti, nei contenuti o negli obiettivi, anche se a riguardo dei modi avrei qualcosa da dire.

E allora basta con ore di sterili discussioni, utili solo a dividere persone accomunate da una sempre più rara passione ahimè. Basta perder tempo ad interrogarci su come verremo compresi, o strumentalizzati, o letti su giornali e social media.

Il Palio di Asti è un valore da difendere, un onore di cui fregiarsi ed un simbolo della nostra astigianità, tra i pochi rimasti, di cui esser fieri".

E i magnifici drappi dipinti da Ottavio Coffano, attendono di sapere quale sarà il loro futuro.

Betty Martinelli

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