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Attualità | 06 luglio 2020, 18:14

"Diritti o fascismo": presidio in piazza Marconi dopo la querelle sul sottopasso della stazione (FOTO e VIDEO)

L'associazione Asti Pride non dividerà l'installazione artistica con "Sole che Sorgi". Onori: "Non è una coincidenza. È l'impulso di qualche esponente politico che voleva togliersi un sassolino dopo il patrocinio all'Asti Pride"

Galleria fotografica a cura di Merfephoto

Galleria fotografica a cura di Merfephoto

L'associazione Asti Pride non ci sta e si ritira dal progetto che vede protagonista la riqualificazione del sottopasso che porta alla stazione. 

In piazza Marconi è andato in scena un presidio, che ha visto in sinergia tantissime realtà del territorio, dopo le vicende relative alle installazioni artistiche all'interno del sottopasso.

Doveva essere un sottopasso "Rainbow", con i colori dell'arcobaleno, in linea con altre città del mondo, per ricordare le tante lotte, i moti di Stonewall e le discriminazioni subite dalla comunità LGBTQI.

LA PROPOSTA DI DIVIDERE IL PROGETTO CON SOLE CHE SORGI

Il secco no arriva dopo l'intromissione dell'associazione "Sole che sorgi", con cui Asti Pride avrebbe dovuto spartirsi il progetto.

"Oltre a essere a noi sconosciuta, da alcune semplici verifiche effettuate sui social sembra avere obiettivi e scopi lontani, molto lontani, dai nostri", spiega lo staff di Asti Pride.

Non ci sarebbero, insomma, le condizioni giuste per fare sinergia tra le due realtà. "L'Amministrazione Comunale è al corrente che l'associazione Sole che Sorgi inneggia alla figura di Mussolini attraverso i social media?. Non è una coincidenza. È l'impulso di qualche esponente politico che voleva torgliersi un sassolino dopo il patrocinio all'Asti Pride", si chiede Patrizio Onori, vicepresidente di Asti Pride.

LE DICHIARAZIONI DELLA "PIAZZA"

Sgomento da parte dell'A.N.P.I. di Asti e dal suo presidente Paolo Monticone: "In un paese che si è dichiarato antifascista queste cose non dovrebbero accadere. Le leggi vanno rispettate e non abbiamo nessun problema, come associazione, a intraprendere vie legali per risolvere il problema".

Lo staff di Asti Pride ribadisce che i costi dell'installazione artistica sarebbero completamente a carico loro. "Chiediamo all'Amministrazione solo di prendersi carico della sanificazione pre e post realizzazione e della temporanea chiusura del sottopasso".

L'inaugurazione dell'installazione artistica era fissata per oggi, 6 luglio, alla presenza della cittadinanza e delle autorità.

"Anche in questo caso ritengo che il sindaco Rasero abbia scelto di non scegliere, accontentando tutti per non accontentare nessuno. Queste due associazioni non possono coesistere. Siamo antifascisti e certe cose è meglio lasciarle sue libri di storia. Siamo davanti a una vicenda anacronistica", è il commento del consigliere comunale pentastellato, Giorgio Spata. Con lui l'avvocato del Movimento Alberto Pasta: "Finalmente il sindaco ha gettato la maschera, era già stata concessa l'autorizzazione, è vittima delle frange estremiste della sua Giunta. Non va bene"

"Il Pride dell'anno scorso aveva sancito una visione moderna per questa città e la tutela dei diritti universali. Sole che Sorgi è vicina alla destra, al neofascismo e fa populismo. 70 like in un anno significa che siamo davanti al nulla. Davvero la cittadinanza deve affidarsi a un'associazione che non rappresenta nulla?", si chiede il consigliere comunale Mario Malandrone.

"È ignobile e intollerabile - spiega Marco Castaldo di Articolo 1 - che si trasformi una situazione positiva in una querelle politica di bassissimo livello" mentre Mauro Bosia di Uniti per Asti "la scelta di far condividere il progetto di Asti Pride con un'associazione che veicola contenuti fascisti mi sembra una provocazione e una gravissima legittimazione di determinati contenuti. Le accuse di non essere democratici è altrettanto grave".

Anche Mamadou Seck, Segretario Fiom CGil, boccia senza appello la vicenda: "Assurdo che capiti una cosa del genere, speriamo che l'amministrazione cambi idea. Noi abbiamo sempre appoggiato i diritti delle persone e combattuto ogni forma di discriminazione".

Parole forti anche dalla presidente dell'associazione Asti Pride, Vittoria Briccarello: "È un errore. È un ricatto politico all'interno della giunta. Vogliamo delle spiegazioni. Non è stata proposta un'associazione a caso, ma una vera strumentalizzazione.
Asti Pride è un'associazione collaborativa. Siamo ostinatamente contro fascismo e discriminazione
".

IL RAMMARICO DELL'ASSESSORE BOLOGNA

Di fronte a queste accuse, il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha preferito non replicare. L'assessore comunale alle Manifestazioni, Loretta Bologna, invece, ha scelto di rispondere. "Sono molto dispiaciuta. Ho lavorato benissimo con questa associazione. E l'iniziativa era bellissima. La gente non passa dal sottopass da tempo; c'era proprio bisogno di una riqualificazione. Sono in difficoltà".

Betty Martinelli, Elisabetta Testa


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