Dopo quelle degli agricoltori, rappresentati dai presidenti regionali di Cia e Confagricoltura, anche la voce degli artigiani, per tramite del presidente regionale di Confartigianato Giorgio Felici, si aggiunge al ‘coro’ delle critiche conseguenti l’evento calamitoso delle scorse ore.
“Ancora una volta in sole 24 ore con 626 millimetri di pioggia il Piemonte è sommerso da acqua e fango. Ponti e case che crollano, voragini aperte, macchine sommerse da detriti che bisogna dissotterrare a mani nude. Scene divenute ordinarie – sottolinea Felici – Evidentemente non sono bastate le tragedie degli ultimi decenni a far comprendere che il dissesto idro-geologico è una priorità, che servono manutenzioni, che serve investire in opere pubbliche per difendere da frane e alluvioni famiglie, imprese e il nostro patrimonio culturale. Solo qualche settimana fa la politica si è autocompiaciuta parlando dell’effetto ‘ponte di Genova’ e rispolverando la vecchia idea del ponte sullo Stretto, mentre i nostri territori continuano ad essere dimenticati”.
“Quanto accaduto – prosegue il presidente di Confartigianato Piemonte – non è figlio del destino ma conseguenza di una cronica carenza di investimenti in prevenzione, in messa in sicurezza, in infrastrutture grandi e piccole. Nel corso degli ultimi anni abbiamo registrato una caduta degli stanziamenti pubblici, situazione che rende il territorio più vulnerabile alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Si è preferito procedere con rammendi e con appalti assegnati al ribasso, senza garantire la serietà delle imprese e la qualità dei lavori”.
“Molte ora sono le imprese artigiane colpite in tutto il nord-ovest, per non parlare degli autotrasportatori, che dovranno infliggersi un nuovo fermo forzato in attesa che la viabilità venga ripristinata – conclude Felici –. Per questo chiediamo alla Regione di utilizzare i (nostri) soldi dell’Unione Europea, ammesso che arrivino, per la manutenzione delle infrastrutture del nostro territorio e per sostenere le nostre imprese”.