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Sanità | 30 novembre 2020, 15:47

Icardi garantisce: "Nessun piemontese con covid ha dovuto farsi curare fuori regione. Per tutti c'è stato un letto"

"Oggi i posti Covid sono oltre 6.000, le terapie intensive fino a 614 e abbiamo aperto tre nuovi ospedali. Tutti hanno avuto le cure di cui avevano bisogno", ha affermato l'assessore

Icardi garantisce: "Nessun piemontese con covid ha dovuto farsi curare fuori regione. Per tutti c'è stato un letto"

"Per nessun piemontese è stato necessario andare fuori regione e tutti hanno avuto le cure e il soccorso di cui avevano bisogno. A nessuno è mancato un posto letto". Lo rivendica con orgoglio l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, mentre fa il punto insieme ai colleghi della Lega Nord che fanno parte della giunta regionale guidata da Alberto Cirio, dopo lunghi mesi di pandemia. Ma sono stati mesi anche di polemiche, in Piemonte e non solo.

Al suo fianco ci sono il vicepresidente Fabio Carosso e l'assessore all'Innovazione Matteo Marnati, ma è senza dubbio l'assessorato alla Sanità ad aver sopportato il peso maggiore di responsabilità (e di critiche) dallo scorso mese di marzo.

"Complessivamente, oggi, la dotazione di letti Covid nella nostra regione è di oltre 6.000 posti - sottolinea Icardi -ma al momento abbiamo circa 4.700 ricoverati. Dunque non ci sono motivi di preoccupazione. Sono inoltre 614, tra attivi e attivabili, i posti in terapia intensiva, sempre in attesa delle risorse del Piano Arcuri. E poi in questi mesi abbiamo aperto tre nuovi ospedali: quello di Verduno, le Ogr (i cui posti sono stati poi trasferiti in maniera definitiva all'Oftalmico, nello stesso numero) e al Valentino, struttura che terremo operativa almeno fino a questa estate, per poterla utilizzare come percorso separato per i vaccini contro il Covid".

Ma il nocciolo della questione, secondo gli esponenti della Lega, è soprattutto il punto di partenza da cui la Sanità ha dovuto muoversi. "A febbraio 2020, dopo decenni di tagli da parte di tutti, abbiamo trovato una situazione complessa - dice Icardi -. Dal 2000 al 2019 i posti letto, tra pubblici e privati, erano diminuiti da 23.453 a 16.900 e i posti in terapia intensiva rimasti erano 327, con soltanto due laboratori per le analisi". "Una discesa significativa, che deriva anche da normative nazionali, ma che ha contribuito a far diffondere la paura che non fossero sufficienti per curare i piemontesi".

"Ma il maggior punto di debolezza con cui abbiamo dovuto confrontarci - dice ancora l'assessore regionale alla Sanità - è senza dubbio la medicina territoriale, trovata in condizioni di debolezza assolute". 

E snocciola ancora numeri: "Il 13 maggio abbiamo siglato l’accordo integrativo con gli oltre 3.200 medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per il tracciamento dei contagi. E’ un passaggio fondamentale, che segna una svolta strategica nella lotta alla pandemia, perché moltiplica capillarmente sul territorio le potenzialità di individuare e isolare il contagio".

"Ad oggi risultano attivate in Piemonte 90 Unità Speciali di Continuità Assistenziale, nell’ambito delle quali sono state reclutate 620 unità di personale medico (medici di continuità assistenziale, medici in corso di formazione MMG, laureati in medicina e chirurgia e specialisti ambulatoriali). Prima dell’emergenza Covid le Usca non esistevano".

Carosso: "A fine emergenza continueremo a investire e programmare"

"Quando tutto questo finirà, avvieremo una riflessione per non farci trovare in una simile condizione di difficoltà - aggiunge Fabio Carosso, vicepresidente della Regione - faremo investimenti e nuove programmazioni. Non con interventi a tempo determinato, come invece stanno facendo a Roma". E anche sui ritardi dei rimborsi e dei ristori, Carosso attacca: "Ci sono incertezze che non possiamo più permetterci, mentre noi abbiamo messo in campo tutti i bonus possibili, pagati fino all'ultimo euro disponibile".

E sull'inchiesta legata al mondo della Sanità piemontese che questa mattina ha portato a 15 misure cautelari Carosso dichiara di "confidare che si possa fare presto chiarezza, anche per permettere ai nostri operatori di lavorare in maniera serena e tranquilla", un altro tema caldo è quello della scuola e della dad.

"Abbiamo scelto di mantenere ancora questo provvedimento, pur essendo a conoscenza delle necessità dei nostri ragazzi, anche a livello di socializzazione, ma ci siamo confrontati con medici e scienziati. E se non siamo contenti delle scuole chiuse, noi vogliamo puntare ad avere però gli ospedali vuoti. Dobbiamo arrivare a gennaio, quando si parla di una terza ondata, in modo che sia la più leggera e sostenibile possibile. Non possiamo più permetterci che sia grave e più grave di quanto vissuto fino a oggi".

Matteo Marnati: "Non abbiamo ereditato nulla dalle amministrazioni precedenti"

"Non abbiamo ereditato nulla dalle giunte precedenti - attacca l'assessore regionale Matteo Marnati - e i pochi macchinari che avevamo, erano in possesso delle Università per fare ricerca e che sono stati spesso prestati ai nostri laboratori. Anche i produttori privati ci hanno aiutato, ma poi abbiamo scoperto che mancavano anche i reagenti". Tornando ai numeri, oggi gli hotspot molecolari sono 56, mentre sono 23 gli hotspot per i tamponi rapidi. "E presto partiranno i bandi per 20 frigo a -80 gradi, modulabili, che in futuro potranno essere usati anche per la cura di altre patologie".  

Dal 2 dicembre partiranno anche i test salivari, che potranno dare risultati in 2 ore, con un kit regionale "utilizzato soprattutto per i minorenni o per chi, per qualche motivo, non può usare il tampone - dice ancora Marnati - e tutto quello che arriva e arriverà non sarà momentaneo. Resterà a disposizione della Regione e non come è successo prima, quando tutto è stato smantellato". "Sono progressi che ci hanno aiutato a entrare nella zona arancione e che speriamo possano presto condurci in zona gialla".

"Facciamo una grande operazione verità per abbattere il muro di fake news cui è soggetta la nostra maggioranza in Regione - dice Alberto Preioni, presidente del Gruppo consigliare Lega Salvini Piemonte - e alla luce di un quadro pesantissimo che ci siamo ritrovati al momento in cui abbiamo preso la guida del Piemonte. In nove mesi abbiamo dovuto confrontarci con due alluvioni e due ondate di pandemia, non tutto è stato perfetto, ma abbiamo fatto il massimo possibile".

Massimiliano Sciullo


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