Stando a ‘voci’ sempre più insistentemente riportate dalle agenzie di stampa, Palazzo Chigi – a seguito di una serie di confronti con i sindacati, le Regioni, le Provincie e l’Uncem – starebbe valutando una maggiore ‘apertura’ sulle festività natalizie rispetto a quanto prescritto dall'ultimo DPCM ora in vigore.
Pare infatti (ma si attende l’ufficialità da parte del Governo) che, a differenza di quanto inizialmente previsto, sarà possibile spostarsi tra Comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio. Opzioni negate dal precedente Decreto Conte entrato in vigore il 4 dicembre scorso.
"Il paradosso è che chi vive a Milano può percorrere decine di chilometri in tangenziale per andare a visitare parenti che abitano dall'altra parte della metropoli ma nella stessa cinta urbana, mentre due minuscoli comuni confinanti e attraversabili anche a piedi diventano invalicabili", era stata l'obiezione sollevata a Conte da diversi sindaci e presidenti di Regione.
Compreso il piemontese Alberto Cirio che, insieme al suo vice Fabio Carosso e ad altri rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco, nei giorni scorsi aveva anche inviato al premier una lettera per invitarlo a rivedere la normativa (CLICCA QUI per rileggere)
Non è ancora noto se da qui alla Vigilia di Natale verrà emesso un nuovo DPCM per introdurre questa modifica o se si sceglierà semplicemente la via di un emendamento al documento già esistente, piuttosto che un’interpretazione ‘estensiva’ delle FAQ pubblicate sul sito del Viminale.