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Politica | 30 maggio 2021, 16:37

La "Città di Asti" è un bene da difendere, con una visione post covid e di assistenza

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa sulla Casa di riposo a firma del gruppo consigliare di minoranza Ambiente Asti

Ph. Efrem Zanchettin

Ph. Efrem Zanchettin

Cosa è una IPAB, cosa è la IPAB Casa di Riposo Città di Asti e cosa dovrebbe essere?

Intanto ritorniamo ai fondamentali ed ai bisogni dei cittadini.

Le Ipab sono strutture pubbliche aventi lo scopo di «soccorrere le classi meno agiate, tanto in istato di sanità che di malattia, di prestare loro assistenza, educarle, istruirle ed avviarle a qualche professione, arte o mestiere». Legge 6972/1890.

Non crediamo che oggi la situazione sia migliorata rispetto al 1890, anzi, dopo un bel periodo durante il quale i nostri nonni potevano pagare le rette delle Case di Riposo con la loro pensione, magari aiutandosi con gli interessi dei buoni del tesoro, allora redditizi, oggi, sono i figli e i nipoti che integrano le rette dei nonni, con i loro già miseri stipendi.

Ad Asti c’è la IPAB più grande del Piemonte, una delle poche rimaste a fronte di una privatizzazione selvaggia del settore, che ha come finalità quella di erogare servizi socio-assistenziali e sanitari, senza scopo di lucro, ad anziani autosufficienti e non autosufficienti.

E’ convenzionata con l’ASL AT per l’ospitalità agli anziani non autosufficienti, la Continuità Assistenziale e la frequenza al Centro Diurno per disturbi cognitivi.

Opera nel centro cittadino dal 1929 e dal 1951 i Fratelli Maina: Fedele, Modesto, Benvenuto ed Erminia, raccogliendo un voto fatto dalla loro mamma, fecero realizzare il reparto "Maina", un pensionato all'interno della Casa di Riposo, addossandosene completamente le spese. Nel 1972 fu inaugurato un nuovo padiglione della Casa, in grado di accogliere 250 ulteriori anziani. Negli ultimi anni si sono succedute diverse ristrutturazioni, in seguito alle quali sono stati inaugurati i nuovi nuclei RAF, RSA, Continuità Assistenziale ed il Centro Diurno Integrato. Nel 2003 è stato aperto il nuovo reparto RAA, elegante area destinata ad anziani autosufficienti e parzialmente autosufficienti. La ristrutturazione più recente ha permesso la realizzazione del moderno nucleo “Vincenza Maina”, ove sono localizzati la palestra ed l laboratorio di animazione.

Per cui innanzi tutto ci facciamo una semplice domanda: è stata amministrata bene in tutti questi anni, visti i debiti che si sono accumulati e il sotto-utilizzo degli ampi spazi a disposizione dell’Ente.

Sono state messe in campo tutte le misure progettuali per migliorare servizio e la struttura?

Si è fatto tutto il possibile o almeno l'indispensabile  per avere accesso a misure che permettevano di usufruire di contributi per le fasce più indigenti di chi era o è ospitato?

Poi ci chiediamo perché l’Organo di Amministrazione ed il Comune di Asti non sono stati in grado di valorizzare sia la Struttura, sia il Personale.

Ci chiediamo anche se in qualche misura Fondazione e Banca del territorio non siano interessate a salvaguardare nel suo ruolo di bene comune la IPAB più importante del territorio e darne una svolta moderna e al passo con la fase storica che stiamo vivendo, in cui occorre reinventare un nuovo modo di assistere e occuparsi di chi ha contribuito al benessere del nostro territorio, come gli ospiti della struttura.

Coloro che devono usufruire di una Casa di Riposo lo fanno perché non hanno alternative, per situazione famigliare, situazione sanitaria, situazione sociale, hanno bisogni che le famiglie non riescono a soddisfare e non hanno risorse finanziarie tali da potersi permettere una Struttura privata, molto più onerosa di quella pubblica.

La Casa di riposo "Città di Asti" è stata e deve essere una risposta per la polozione anziana più fragile e non in grado di corrispondere a esose tariffe dei privati.

Abbiamo constatato in questi ultimi mesi di pandemia che “pubblico è bello e necessario”, per cui deve essere ben amministrato, gestito, valorizzato.

Il personale dipendente deve essere formato e soprattutto pagato e deve lavorare in sicurezza.

Gli ospiti devono poter contare su attenzioni personali, infermieristiche, mediche, psicologiche all’altezza di un paese civile e dove i più fragili sono più considerati degli altri.

La struttura, centrale per la Città, può ospitare soluzioni moderne di cohousing dove anche gli anziani parzialmente autosufficienti e più abbienti possono trovare protezione e una vita serena e protetta.

La Provincia di Asti ha un solo Hospice a Nizza Monferrato, con grande disagio per tutti i famigliari dei malati che vivono da Asti al nord astigiano. La Casa di Riposo Città di Asti potrebbe tranquillamente ospitare un secondo Hospice ed alleviare questi disagi.

C’è da parte della Fondazione Cassa di Risparmio, Asl di Asti, Comune di Asti e Provincia di Asti la volontà di valorizzare questo prezioso bene comune che è la Casa di Riposo Città di Asti, per farne una struttura pubblica fiore all’occhiello della nostra comunità , senza disperdere competenze di personale, senza danneggiare gli ospiti presenti, senza far perdere alla Città e al suo Territorio una opportunità di modernizzazione e innovazione nel socio-sanitario, in un tempo dove la medicina di prossimità, la cura delle fragilità e cronicità, l’attenzione alla sicurezza del lavoro è diventata una priorità per tutti i cittadini?

 

AMBIENTE ASTI-LA CITTA' AI CITTADINI

Comunicato stampa


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