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Attualità | 19 agosto 2021, 12:06

Abbattuti due tigli in corso XXV Aprile nei pressi del distributore Q8. "Presentavano processi di decadimento"

Dopo un'attenta analisi VTA, gli alberi sono stati considerati pericolosi

Abbattuti due tigli in corso XXV Aprile nei pressi del distributore Q8. "Presentavano processi di decadimento"

Ad Asti, in corso XX Aprile, nei pressi del distributore, incrocio via Nogaro, questa mattina  sono stati abbattuti due esemplari di tiglio (Tilia x europaea).

Nei giorni scorsi, a seguito di segnalazioni, è stata redatta da ditta specializzata una relazione contenente le risultanze delle analisi di controllo fitostatico eseguite il 9 agosto su alcuni esemplari arborei: sono stati oggetto di valutazione fitostatica 10 esemplari di tigli, che costituiscono un tratto del filare arboreo che costeggia il corso.

Le analisi eseguite hanno condotto alla prescrizione di 2 abbattimenti, a causa degli estesi processi di decadimento e di degradazione del legno interno alle piante esaminate, mentre per gli altri esemplari è stato raccomandato un monitoraggio negli anni successivi.

Vista quindi la pericolosità, si è deciso di intervenire in tempi molto rapidi, il tutto per garantire la sicurezza dei cittadini ed escludere rischi a cose o persone, dato l’elevato flusso di traffico che passa sul corso.

L’assessore ai Lavori Pubblici Stefania Morra spiega  che "le indagini sono state svolte secondo la metodologia VTA, a cui è stata abbinata un’analisi strumentale integrativa, nei casi in cui lo si è ritenuto necessario".

L'analisi VTA è una metodologia di analisi visiva dell’albero con cui si valutano i difetti presenti e la loro gravità, integrata, quando necessario, da un’analisi strumentale.

Le due piante per le quali è previsto l’abbattimento sono in classe D (pericolosità estrema)

"Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali.

Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai esaurito, spiega ancora Morra che aggiunge: "Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con Tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute".

Redazione

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