Ad Asti si continua a discutere di Asp e del 'terremoto' in consiglio comunale dopo infiniti botta e risposta tra maggioranza e opposizione sulla più grande partecipata, di cui il Comune è socio di maggioranza con il 55%, mentre il restante è in quota al raggruppamento NOS che vede Iren detenere il grosso della partecipazione
Oggi la consigliera di CambiAmo Asti ha presentato una nuova interrogazione per chiedere 5 chiarimenti, considerato che "In Consiglio Comunale la maggioranza non ha proferito parola a proposito delle pratiche relative all'ASP ma è stato pubblicato un articolo in cui due ( dei molteplici) avvocati sono intervenuti per spiegare alla minoranza ciò che in Consiglio Comunale non è stato detto. Excusatio non petita...excusatio manifesta", rimarca la consigliera.
Queste le richieste:
Quali incarichi professionali sono stati attribuiti, a partire dal 2017, per la questione ASP;
A quali professionisti sono stati attribuiti;
Con quale metodologia sono stati scelti;
Quali onorari sono stati pattuiti;
L’elenco delle liquidazioni effettuate.
Quaglia chiede inoltre di sapere quali uffici abbiano seguito l’iter delle pratiche che sono state recentemente poste all’attenzione del Consiglio Comunale e con quale personale.
Nei giorni scorsi il sindaco Rasero e l'assessore competente Berzano, avevano voluto chiarire i vari 'noccioli' delle delibere da approvare (Leggi qui), spiegando che la minoranza aveva "scritto un’ennesima brutta pagina di politica astigiana, perché è palese la loro volontà di fare ostruzionismo ad ogni costo, bruciando i soldi della collettività. Avevamo proposto di discutere le pratiche tutte insieme, perché strettamente correlate, ottenendo in risposta una forte opposizione per la quale, solo per discutere di questo, abbiamo perso due intere serata”.
In conferenza stampa Rasero e Berzano erano stati accompagnati anche dall'avvocato Angeletti e dal professor Baudino, che hanno seguito le varie pratiche e che hanno offerto il loro punto di vista.
"Il più grande rammarico come Amministrazione - aveva sostenuto Berzano - è quello di non essere mai riusciti a far capire alla minoranza che abbiamo lavorato per ricostruire e non per distruggere".