Un primo maggio speciale quello organizzato dal Comune di Nizza Monferrato. Quest'anno, infatti, l'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Fontanile.
Spiega il sindaco di Nizza, Simone Nosenzo: "Si tratta della prima di una serie di iniziative in sinergia con Fontanile, per valorizzare le storie dei nostri bellissimi territori".
Gli fa eco il primo cittadino di Fontanile, Sandra Balbo.
"Per noi è un grande piacere collaborare con Nizza - spiega - sarà una giornata dedicata anche alla memoria di Francesco Cirio e di tutta una serie di personaggi storici locali, grazie all'incontro in programma in Biblioteca".
"I ragazzi delle scuole di Nizza - aggiunge l'assessore alla Cultura, Ausilia Quaglia - hanno preparato alcuni disegni, uno di questi dovrebbe essere stampato sulle magliette per la camminata che partirà dalla nostra città alla volta di Fontanile, allietata dalla banda cittadina".
Il programma completo
Alle 8.45 ritrovo a Nizza, presso Foro Boario. Alle 9 partenza della camminata. Arrivo previsto alle 12.30 a Fontanile (10 km).
Successivamente il pranzo. A seguire si terrà un incontro in Biblioteca, alle 15, alla presenza di Alberto Signorini, curatore del libro "Come Natura crea - Cirio una storia italiana" e discendente della famiglia dei fondatori dell'industria Cirio.
Alle 17 partenza da Fontanile per il rientro a Nizza, che è previsto per le 19.30.
La descrizione del testo
Uomini diversi tra loro e storie diverse tra loro. Uomini i cui destini si intrecciano, si influenzano, si divaricano. Francesco Cirio è l'eroe del tempo più antico, l'avventuriero che fa esplodere in mille idee la povertà della sua infanzia. Comincia da un piccolo mercato e conquista una sedia al tavolo dei potenti, vende il "made in Italy" quando questa espressione non esiste ancora.
Non è un industriale, è un fantastico commerciante di idee e dei prodotti della terra italiana. Saprà suggestionare un ragazzo di nome Pietro Signorini, che un giorno vede Cirio al lavoro nella sua Casalpusterlengo. Pietro studia e impara, spinto soprattutto da una insaziabile etica dell'impresa e dal talento di chi riesce a vedere lontano. Pietro cresce e crea l'industria alimentare del domani. Nel 1900, l'anno in cui nasce la Cirio, l'uomo che le dà il nome è solo l'antico patriarca di un sogno. Con l'azienda non c'entra più nulla: non è suo il progetto, non è sua l'idea, non è suo il capitale. Cirio è un omaggio al suo nome. Signorini, che viene dal Lodigiano, decide che sarà Napoli la terra promessa.
La Cirio è subito innovazione. Ma la storia non si ferma qui. Pietro muore a quarantacinque anni, e suo fratello minore Paolo ne prende il posto, quando ha solo trentadue anni. E nel giorno del passaggio nasce davvero il futuro dell'industria alimentare italiana. La Cirio diventa un simbolo. Paolo Signorini inventa uno stile industriale che prima di lui non si è mai visto. Vive per l'azienda e l'azienda vive per lui. "Convento ricco", ripete ogni giorno, "e frati poveri".
La sua Cirio deve macinare utili non per regalare la dolce vita ai suoi azionisti, ma per migliorarsi, per tenere viva l'antica sfida lanciata un tempo da Francesco Cirio e da Pietro Signorini.
Le parole di Alberto Signorini - Curatore dell'opera
"Ho cercato di non essere noioso nella cronistoria, di creare movimento e interesse - spiega - e ho capito che la parte dedicata a Francesco Cirio fosse fondamentale, anche per la mia stessa esistenza. È stato padrino di battesimo della mia bisnonna e ho riflettuto molto su questi aspetti".
Intrecci, personaggi e storia di un mondo che era diventato quello di Francesco Cirio. Cirio era ovunque: c'erano rappresentanze, negli anni Ottanta dell'Ottocento, in 20 paesi europei.
"Francesco Cirio poi è stato usato - aggiunge Signorini - era diventato talmente grande, da essere caduto nelle grinfie di un sistema. Un personaggio grandioso che è stato poi usato".
Focus sulla figura del nicese Francesco Cirio
Fonte: Wikipedia.
Francesco Cirio (Nizza Monferrato, 25 dicembre 1836 – Roma, 9 gennaio 1900) è stato un imprenditore italiano, fondatore dell'azienda di conserve Cirio.
L'infanzia del piccolo Francesco non trascorse agevolmente, per molti anni lo spettro della precarietà economica gli fu compagno. Nacque a Nizza Monferrato il giorno di Natale del 1836 e nel gennaio 1837, dopo appena un mese, la famiglia, sospinta dalla recessione, si trasferì a Fontanile, dove il padre diede vita a un negozio per la vendita di olio, pasta e pane, con annesso macello.
A Fontanile nacquero anche due fratelli minori: Luigi e Giovanni Battista. La diversificazione del negozio non giovò alle fortune dell'esercizio, così nel 1845 la famiglia si spostò nuovamente ad Alessandria, dove vi era richiesta di braccianti per lavori svolti in Cittadella. Un'attività che Francesco Cirio intraprese con profitto sin dall'età di undici anni consisteva nel viziare i suoi clienti: quando ancora viveva a Fontanile, prese l'abitudine di recarsi a piedi al mercato di Nizza Monferrato, dove acquistava un cesto pieno d'ortaggi. Poi, caricatoselo sulle spalle, tornava indietro e li rivendeva sulla soglia delle case. Più tardi, quando si trasferì a Torino col fratello Ludovico, applicò nuovamente la stessa tecnica; acquistava verdura a un prezzo ridotto al mercato di Porta Palazzo in prossimità dell'ora di chiusura, poi la rivendeva nei quartieri periferici della città; ragion per cui, in piemontese, era soprannominato 'l Re 'd Pòrta Palass.
Il passo successivo Francesco lo compì intorno al 1850, dotandosi di un carretto a mano su cui esponeva e commercializzava ortaggi e legumi freschi. Nel contempo, sempre più spesso, rifletteva con il fratello e con un cuoco di Casa Savoia, tal Teofilo Barla, su un problema a quell'epoca ancora irrisolto in Italia, un problema che toglieva il sonno a molti nel grande mercato di Porta Palazzo: come si sarebbe potuto soddisfare il crescente desiderio di pregiati prodotti freschi italiani, una pressante richiesta che proveniva dalle principali piazze europee?
Francesco Cirio seppe trovare una risposta non solo al problema sollevato oltralpe, ma anche all'esigenza di conservare gli alimenti per consumarli poi nella stagione fredda. Nel 1856 prese in affitto un locale a Torino, in Via Borgo Dora 34, dove fece installare un camino contenente due caldaie. Qui, basandosi solo sull'evidenza della prova pratica, pervenne infine a un metodo efficace per conservare i piselli. A dire il vero Francesco Cirio non scoprì nulla, fu Nicolas Appert, che nel 1795 inventò il procedimento chiamato poi appertizzazione in suo onore.
Il merito attribuibile a Cirio è semmai quello associato all'immagine del pioniere, alla figura dell'uomo che fece nascere l'industria conserviera in Italia. Tuttavia Francesco Cirio non volle operare in un'unica direzione, da un serbatoio all'apparenza inesauribile trasse energia per dar vita a nuove attività imprenditoriali.
Così lo si vide nei panni di esportatore di uova, imprenditore agricolo in società col principe Enrico d'Olanda, coltivatore di tabacco in provincia di Lecce e pioniere ante litteram nella bonifica dell'Agro Pontino. Negli anni che culminarono con la sua morte, avvenuta a Roma all'alba del XX secolo, una serie di operazioni finanziarie sbagliate causarono un grave dissesto al suo patrimonio.
Forse Francesco Cirio, figlio di un'Italia rurale e privo di una moderna cultura d'impresa, si avventurò in territori a lui sconosciuti, confidando in un istinto che non fu sufficiente a sottrarlo alla sconfitta. In ogni caso, due avvenimenti di rilievo segnarono il periodo immediatamente a ridosso della morte di Francesco Cirio, vale a dire lo spostamento della "Ditta Cirio-Società Generale Conserve Alimentari" da Torino a San Giovanni a Teduccio, vicino a Napoli, e il passaggio del pacchetto azionario di maggioranza alla famiglia Signorini. Cirio è sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.