Tempo fa vi ho parlato di Illusioni perdute, meraviglioso romanzo di Balzac.
In quanto curatrice di una rubrica letteraria, l’insegnamento che mi sono portata a casa da quel mondo freneticamente falso di giornalisti e mercanti delle parole è stato: non devi per forza aver letto un libro per criticarlo.
Ma certo! L’importante è che se ne parli, l’importante è che si faccia polemica! Allora, suvvia, posso farlo anch’io, posso recensire un libro senza averlo letto!
No, io no. Perché sono una di quelle persone che nemmeno a scuola era capace di copiare e quando successe andai a confessarmi col padre nostro dal prof di greco.
E quindi oggi vi parlo di un libro che, vi dico con sincerità, non ho ancora letto.
Per una volta mi trovo anch’io dalla parte del lettore indeciso, del lettore che deve sentirne il succulento odore per convincersi a mettere nel carrello questa nuova uscita.
È un romanzo fantasy e distopico; quindi niente di vero ma tutto fin troppo vero. E va bene perché siamo quasi in autunno e allora stiamo per entrare nel mood divano, copertina, mondo parallelo suggestivo e critica sociale, no?
L’autore è Samuel Reolfi, ventitreenne astigiano. Uff ma che ti aspetti da un ragazzo così giovane???
Okay, però Samuel ha studiato filosofia e scienze cognitive a Londra e poi a Milano.
In copertina c’è una dea orientale e un titolo: UMANI DEL TARDOCAPITALISMO, una tragedia senza dei né eroi.
Si prospetta mattonazzo. Però vi posso dire che questa divinità tibetana scende sulla terra mandata da Buddha a redimere gli umani dallo sfacelo morale ed è accompagnata dal figlioletto di un kebabbaro.
Insieme cercano il male che, spoiler, è ovunque perché noi umani capitalisti facciamo un po' schifo.
Secondo me leggere di insane abitudini ed egoismi a volte ci fa bene, soprattutto a settembre mese per eccellenza del buon proposito. E poi qui abbiamo mitologia e freschezza contemporanea, la divinità tra le corsie del supermercato e le Kardashian, tenerezze e perversioni culturali: credo sia un viaggio nel nostro oggi.
Non una vacanza eh, un viaggio. Dove conta la strada percorsa e non la meta, anche se la meta qui è una domanda ben precisa “Esiste una possibilità di salvezza per il mondo?”
Purtroppo non ne conosco ancora odori e sapori ma ho letto qualche paginetta e mi sembra scorrevole.
Io mi sono convinta. E voi?
Veniva quasi voglia di lodarlo, quel tempo:
Laudato si’, tardocapitalismo, cum tucte le tue creature.