Al termine di un quinquennio in cui, al di là delle posizioni politiche personale, da più parti gli è stato riconosciuto un costante impegno per e sul territorio, per l'On. Andrea Giaccone, commissario provinciale della Lega, si sono riaperte le porte di Montecitorio.
Il deputato leghista, infatti, è stato riconfermato così come il collega Paolo Romano (che, a differenza sua, ha però cambiato schieramento politico) e alla 'new entry' Marcello Coppo. Abbiamo colto l'occasione per discutere con lui di molteplici temi politici.
Onorevole Giaccone, le elezioni si sono chiuse con un ottimo risultato personale ma non possiamo dire la stessa cosa per la Lega...
Per la Lega, in effetti poteva andare meglio, anche se dal punto di vista territoriale i dati relativi la provincia di Asti sono molto importanti e danno il senso del riconoscimento per il lavoro fatto. Poi è chiaro che, quando c’è una ventata nazionale che tira in una certa direzione, al limite si può cercare di assecondarla. Ma, ciò detto, sono soddisfatto anche degli ottimi riscontri che ho ottenuto dagli elettori dei paesi più piccoli, a riprova dell’attenzione che ho sempre riposto anche nei loro confronti.
Quale ritiene debba essere la priorità del il nuovo Governo di centrodestra e quali sono, invece, le sue prospettive personali?
Penso che il Governo debba intervenire prioritariamente ponendo un tetto al costo del gas e alle bollette energetiche, se non rischiamo di trovarci un una gravissima situazione con molteplici imprese costrette a chiudere. Condizione che ci costerebbe molto di più in termini di ammortizzatori sociali rispetto a un intervento, immediato e celere, di supporto alle imprese e alle famiglie. Per quanto riguarda il mio lavoro, continuerò ad essere presente sul territorio perché, al netto di tutto, per me è stata una bellissima esperienza interfacciarmi con tanti sindaci, associazioni e enti di volontariato che sono una imprescindibile risorsa per il nostro territorio.
Nelle settimane pre elettorali, il sindaco Rasero aveva più volte espresso forti perplessità sull’attuale legge elettorale, sostenendo che avrebbe comportato una ridotta rappresentanza dei territori più piccoli, come il nostro. Invece, paradossalmente, siamo passati da due a tre deputati. Qual è il suo punto di vista a tal riguardo?
Sinceramente, condividevo completamente le preoccupazioni di Maurizio. Ad esempio, se sulla base dei calcoli previsti dalla legge elettorale, il seggio fosse andato a un candidato albese… Quindi credo che, al netto del fatto che ora la presenza territoriale sia incrementata, serva un serio ragionamento su questa legge elettorale. Se fosse dipeso solo da me, mai e poi mai avrei cambiato il Mattarellum (precedente legge elettorale, che prende il nome dall’attuale presidente della Repubblica, autore del testo, ndr.) che garantiva una rappresentanza certa anche su territori di campagna e di provincia. Inoltre, poiché i collegi erano parametrati su aree più piccole, pari a circa 100.000 elettori), dava la possibilità di essere più presenti sul territorio e rendeva più importante il valore del candidato. Se guardiamo, ad esempio, al collegio in cui era candidato Marcello Coppo (neo deputato eletto con di Fratelli d’Italia, ndr.) all’Uninominale, copriva un’area in cui vivono circa 300.000 elettori. Praticamente impossibile ‘arrivare’ a ciascun singolo elettore.
In chiusura di questo nostro colloquio le chiederei di tornare a monte, ovvero alla Lega: il segretario Salvini ha dichiarato di voler restare alla guida del partito “finché i militanti me lo chiederanno”, ma alcuni governatori di regioni, tra cui Zaia, paiono essere di diverso avviso…
Come dicevo, che ci si aspettasse un risultato migliore di quello ottenuto è fuori di dubbio, ma ora siamo parte di governo politico di centrodestra che ha una maggioranza chiara e netta in Parlamento, una condizione che non si verificava dal 2008. Per cui penso ci siano tutte le condizioni per lavorare al meglio e recuperare quanto ‘perso per strada’. Ecco perché non mi formalizzerei troppo sul tema della leadership: è vero che siamo soci di minoranza della maggioranza uscita dalle urne, ma pur sempre soci e in quanto tali faremo valere il peso delle nostre idee.
Umberto Bossi, fondatore della Lega, non è stato rieletto in Parlamento dopo ben 35 anni. A tal proposito, Salvini ha già preannunciato che proporrà venga nominato Senatore a vita. Lei appoggia questa proposta?
Quella del ‘Senatur’ è una figura politica di grandissimo spessore, che ha attraversato appunto oltre 30 anni di storia politica di questo Paese, per cui mi dispiace moltissimo non sia riuscito a entrare in Parlamento. A maggior ragione perché questa volta, essendo stato Bossi candidato alla Camera e non più al Senato, avrei avuto l’onore di sedere tra i banchi dello stesso emiciclo con lui. In quanto alla proposta di nominarlo Senatore a vita, penso che prima di tutto andrebbe chiesto a lui cosa ne pensa (presumibilmente con riferimento ai ben noti problemi di salute dell’81enne Umberto Bossi, ndr.), ma trovo che sarebbe un giusto riconoscimento al lavoro svolto.