I consiglieri di minoranza Mauro Bosia, Vittoria Briccarello (entrambi esponenti del gruppo “Uniti si può”) e Mario Malandrone (“Ambiente Asti”) firmano congiuntamente una mozione, sul tema del caro energia, mediante la quale pongono il problema all’attenzione di tutto il Consiglio comunale e chiedono l’attivazione di tutte le possibili iniziative in favore dei meno abbienti. Oltre alla convocazione della Conferenza dei Capigruppo per discutere i punti della mozione stessa.
SITUAZIONE DEL COMUNE DI ASTI
I consiglieri chiedono di conoscere “quali studi e quali proiezioni sui rincari energetici ha predisposto il Comune di Asti e quali saranno le ricadute sui cittadini di questi rincari a partire dalle tariffe dei Servizi a domanda individuale”.
TAVOLI DI CONSULTAZIONE
Auspicano altresì l’apertura di tavoli di confronto a partire dalle aziende che vedono la partecipazione del Comune di Asti (quindi Asp e Gaia) “al fine di comprendere per un verso come i rincari energetici potranno avere ricadute sui costi di funzionamento di tutti gli impianti e, di conseguenza sullo smaltimento dei rifiuti, sui costi dei trasporti, sui costi per la distribuzione delle acque e del trattamento dei reflui”.
Ritengono altresì necessario l’apertura di tavoli di consultazione anche con gli operatori d’energia, pubblici e privati, operanti sul territorio comunale e provinciale “al fine di valutare possibili iniziative sinergiche da intraprendere per contenere i costi energetici. Queste iniziative dovranno coinvolgere la Direzione dell’Asl AT che ha dichiarato che i propri costi energetici aumenteranno di 11 milioni di euro”.
POSSIBILI RISPARMI
In merito a questo fondamentale aspetto, i consiglieri ritengono fattibile valutare una riduzione dei consumi al fine di contenere i costi. Attuando iniziative quali la riduzione delle ore di illuminazione pubblica (soluzione peraltro già attuata dall’Amministrazione, con lo spegnimento dei monumenti e dell’illuminazione nei parchi dopo le 22, ndr.) e “diradando in modo alternato la messa in funzione nelle strade dei corpi illuminanti, escludendo le frazioni già oggi scarsamente illuminate e talune zone periferiche. Iniziative di risparmio possono essere attivate negli uffici comunali valutando, di concerto con il personale, una diversa organizzazione degli orari che consenta maggiormente lo sfruttamento della luce naturale”.
La mozione presentata dai tre consiglieri prevede altresì tre interventi 'sulla lunga distanza' che riportiamo integralmente di seguito.
CAMPI DI INTERVENTO PER FRONTEGGIARE LA CRISI DI LUNGA DURATA
1. PREVEDERE LA COSTITUZIONE DELLA COMUNIT Á ENERGETICA ASTIGIANA
Secondo quanto si è appreso, qualora la guerra non dovesse cessare, i problemi più gravi per la Nazione potrebbero sorgere nell’inverno 2023 – 2024, quando sarà più difficile accumulare le scorte già oggi insufficienti, occorre pertanto, utilizzando il lasso di tempo rimanente, porre in essere, di concerto con le Aziende astigiane, la costituzione della COMUNITÁ ENERGETICA ASTIGIANA. Le comunità energetiche sono associazioni tra cittadini, autorità locali, attività commerciali o imprese che insieme producono, consumano e gestiscono energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili tramite l’utilizzo comune di uno o più impianti di produzione energetica.
I suo obiettivi sono:
● rendere i territori e i cittadini protagonisti della transizione energetica.
● sensibilizzare i membri della comunità sull’uso razionale dell’energia e sul risparmio energetico.
● ridurre la spesa energetica di imprese, amministrazioni e famiglie con particolare attenzione ai consumatori vulnerabili, in un’ottica di mitigazione della povertà energetica.
● costruire relazioni reciprocamente vantaggiose tra gli stakeholder (Comune, imprese, famiglie, comunità, soggetti della filiera coinvolti).
● favorire l’economia locale e formare risorse locali in tema di gestione energetica allo scopo di creare opportunità di lavoro.
● innescare azioni collettive a partire da temi quali sostenibilità e beni comuni per rivitalizzare comunità locali, mitigare lo spopolamento, favorire l’inclusione.
Il primo intervento, da tempo suggerito, è quello di dare vita alla “cittadella dell’energia” presso la ex Way – Assauto. Occorre pensare a come sfruttare dal punto di vista dell’energia rinnovabile, ma non solo, quella vasta area abbandonata, i suoi capannoni, i suoi tetti se ancora utilizzabili, al fine di impiantare un vasto parco fotovoltaico.
La comunità energetica deve essere estesa a tutti i Comuni astigiani al fine di censire luoghi per il possibile impianto di fonti energetiche rinnovabili. Per perseguire tale obiettivo occorre ottenere un impegno diretto di Iren. L'azienda, attraverso operazioni di acquisizione in Asp e Gaia, ha conquistato il potere su decisioni, investimenti e gestione dei servizi pubblici nel comune di Asti.
Pertanto bisogna pretendere un investimento importante, tenuto conto del piano industriale da 12 miliardi di euro varato nei mesi scorsi, che vada nella direzione di un aumento dell'indipendenza energetica di questo territorio attraverso fonti rinnovabili e in un ottica di medio periodo. Importante soffermarsi sulla prospettiva di raggiungere l'indipendenza nel medio periodo, evitando soluzioni dettate da interessi estranei a quelli del territorio o analisi superficiali.
Da IREN, rispetto alla proposta che aveva fatto negli anni passati di costruire una grande centrale alimentata a gas sopra l'ospedale, occorre pretendere un approccio opposto, lungimirante ed ecosostenibile, nell'ottica della transizione ecologica e soprattutto che vada nella stessa direzione degli interessi della collettività astigiana. Bisogna essere consapevoli che se fosse andato in porto il suddetto progetto, oggi avremmo in mezzo alla città un'enorme bruciatore a gas, impattante per il paesaggio ed anch'esso succube delle oscillazioni del mercato energetico, delle speculazioni e della crisi internazionale.
2. L'EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DEGLI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI
Il tema energetico, tanto in termini di efficientamento quanto di produzione, deve essere affrontato anche in fase di stesura degli indirizzi del nuovo piano regolatore, percorso annunciato poche settimane fa, in modo che gli interventi di manutenzione del futuro vadano nella direzione dell'indipendenza e del minor consumo - e quindi costo - collettivo.
Per quanto riguarda la parte pubblica, occorre valutare lo stato degli edifici comunali e dell'Edilizia Residenziale Pubblica, coinvolgendo l'ATC dove necessario, e programmare interventi che tutelino i soggetti più fragili dal caro bollette e contrastino lo scivolamento nella sfera della povertà di una serie di fasce a rischio economico e sociale. Bisogna tenere conto, infatti, che la decisione di posticipare l'accensione del riscaldamento non colpisce tutti alla stessa maniera: non tutte le persone vivono in case con vetri e muri consoni al ripararsi dal freddo, non tutte le persone inoltre godono delle stesso stato di salute. Occorre quindi sviluppare alternative affinchè si possano limitare ordinanze simili.
3. ILLUMINAZIONE PUBBLICA
L'illuminazione pubblica richiede un capitolo a parte. Negli ultimi giorni il tema è già emerso attraverso la decisione di spegnere le luci nei parchi cittadini la sera mentre le luminarie natalizie vengono affisse per non avere ricadute turistico-commerciali. In questo frangente occorre dialogare su due fronti insieme ai gestori del servizio. Da un lato infatti è necessaria una decisione "pratica" su come e in quale misura ridurre numero di lampioni accesi e durata dell'accensione.
Alcuni comuni stanno posticipando l'accensione e anticipando lo spegnimento degli impianti: altri progettano di spegnere la metà dei lampioni; altri ancora di istallare fotocellule che si accendono solo quando passa un'auto o un pedone. Bisogna valutare, in base alle peculiarità dei luoghi, quali misure si possono mettere in atto per ridurre i consumi senza mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini e soprattutto senza creare delle zone dove, grazie al buio, prolifera il malaffare. Contestualmente occorre calcolare bene, in base ai contratti di servizio, i volumi di risparmio di un'operazione del genere: se, in altre parole, la riduzione di un servizio così importante è giustificata da un risparmio consistente per i cittadini.