“Grave che la Giunta Cirio abbia assistito senza muovere un dito alla chiusura della casa di riposo Città di Asti, seconda casa di riposo pubblica più grande d’Italia e prima del Piemonte” dichiarano la vicesegretaria regionale PD Monica Canalis e il vice presidente del consiglio regionale Daniele Valle.
“Il debito di questa struttura aveva ormai superato gli 8 milioni di euro, rendendo molto precaria l’accoglienza degli ospiti e l’impiego dei 103 dipendenti diretti e della trentina di dipendenti indiretti. Non solo la Giunta Cirio non si è attivata per individuare forme di parziale riconversione della struttura, creando nuovi servizi da abbinare alla Rsa in risposta ai fabbisogni del territorio, come l’hospice per i 9 ulteriori posti letto programmati dalla Regione nell’Asl di Asti e non ancora realizzati o il nucleo residenziale Alzheimer, ma ha anche lasciato scadere l’autorizzazione dei 315 posti letto della Rsa e la convenzione dei 120 posti letto coperti dalla quota sanitaria, forse per rimetterli in circolo a vantaggio dei privati. Tutto questo rifuggendo ogni tipo di confronto con CGIL, CISL e UIL e con le forze politiche di minoranza, lasciando i lavoratori ancora senza risposte e prospettive.
Ci saremmo aspettati dagli assessori regionali Icardi e Marrone una proposta per modificare il modello di accoglienza, diversificare i servizi, concedere un più alto numero di convenzioni sulle rette, dare garanzie almeno parziali sul debito. Invece si sono contraddistinti per un colpevole attendismo e per una chiara corresponsabilità sulla fine di questa esperienza.
La casa di riposo città di Asti poteva diventare un polo multiservizi sanitario e sociale, integrato con la domiciliarità, e invece oggi è un’ennesima scatola vuota senza destino, con i lavoratori che sono ancora in larga misura senza coperture”.
Monica Canalis - Vice segretaria Pd piemonte e consigliera regionale
Daniele Valle - vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte