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Attualità | 31 gennaio 2024, 09:41

"Oggi antisemitismo e antisionismo sono facce della stessa medaglia. Per il dopo Gaza servirebbe una coalizione internazionale" [FOTO E VIDEOINTERVISTA]

Il vicepresidente dell'Herzl Institute di Gerusalemme, Ofir Haivry è stato ospite ad Asti dell'Associazione Italia e Israele. Con lui abbiamo parlato della situazione nello stato ebraico dopo gli attacchi del 7 ottobre

Alcune immagini dell'incontro con il professro Ofir Haivry (Galleria fotografica Efrem Zanchettin)

Alcune immagini dell'incontro con il professro Ofir Haivry (Galleria fotografica Efrem Zanchettin)

C'era una nutrita presenza delle forze dell'ordine, ieri pomeriggio davanti al ristorante Francese di Asti, sede dell'incontro, organizzato dall'Associazione Italia Israele, con Ofir Haivry, vicepresidente dell'Herzl Institute di Gerusalemme.

Segno che la tensione che in queste settimane si manifesta in molte nazioni fa capolino anche nel nostro piccolo angolo di mondo. Da una parte una guerra atroce, che ha fatto fino ad ora più di ventiseimila morti, tra cui tantissimi bambini, dall'altra gli attacchi spietati di Hamas del 7 ottobre scorso. In mezzo, le tante manifestazioni, molte pro Palestina, che si tengono incessantemente in queste settimane. Se molte sono pacifiche, altre, purtroppo, hanno dato il via ad una drammatica spirale di odio e feroce critica verso lo Stato di Israele. Che in molti caso sono sfociati in atti di vero e proprio antisemitismo.

A presentare l'ospite, già componente del Consiglio per l'Alta educazione dello Stato di Israele e della commissione bilaterale tra Italia e Israele per la cooperazione accademica, il presidente dell'Associazione Italia Israele Luigi Florio e il presidente del Rotary Maurizio Mela (Haivry in serata è stato protagonista di una conviviale del club ndr). 

"Il professore viene spesso in visita in Italia toccando diverse città  - ha spiegato Florio - questa volta, i drammatici eventi che si stanno susseguendo dal 7 ottobre hanno portato Haivry da noi a spiegare come è la vera realtà dei fatti nella società israeliana". 

Professor Haivry, si parla di Israele come un regime di Apartheid. La tocca questa accusa?

E' una negazione prima di tutto storica e logica. L'apartheid è un regime che appartiene ad un altro stato, il Sudafrica, e ad un altro tempo. Pensare di applicarlo oggi allo stato di Israele è assurdo. La società israeliana è basata su criteri di equità e di uguale accesso alle cariche pubbliche ed elettive in ogni settore della società: abbiamo giudici arabi, cristiani e maroniti. Così come nell'ambito accademico: nel Consiglio in cui facevo parte c'erano appartenenti di diverse etnie e religioni. Anzi, se in alcuni ambiti una determinata fetta della società e sottodimensionata, si provvede a ristabilire l'equilibrio. E' apartheid questa?

A proposito di Sudafrica, vi ha trascinato alla corte dell'Aia con l'accusa di genocidio. 

Non esistono i presupposti. Genocidio vuol dire andare in un villaggio, prendere tutta la popolazione con determinate caratteristiche ed eliminarla. Non è quello che sta facendo Israele, che vuole solo creare le condizioni di sicurezza affinché i profughi israeliani, attualmente circa 250mila sfollati all'interno del paese, possano tornare al sicuro all'interno delle loro case. Se c'è qualcuno che inneggia al genocidio, del popolo ebraico, quella è Hamas. "From the river to the sea": dal fiume Giordano al mar Mediterraneo non deve più esistere un ebreo. Questo è il canto di Hamas, questo fanno intonare ai bambini.  

Non c'è dubbio che la forza militare di Israele si imponga a Gaza. Ma dopo?

Guardi, per trattare la pace bisogna trovarsi di fronte ad uno stato. Ma ad oggi, tra i vicini di Israele, solo due nazioni hanno governi in grado di prendere decisioni: Egitto e Giordania, con cui Israele ha normalizzato i rapporti e altre aperture diplomatiche potrebbero arrivare con gli accordi di Abramo (che interesserebbero l'Arabia Saudita ndr). Ma oggi i vicini di Israele sono stati falliti, in mano a milizie che controllano parti di paese e spesso con società in preda al caos. Il Libano il governo non controlla il paese, ma una serie di milizie di cui Hezbollah è la più importante e prende ordini da Teheran. Idem per la Siria o per lo Yemen. Sono  stati con cui non è possibile avere un dialogo, se vogliamo sono molto più vicini al vostro concetto di mafia. Sono milizie non riconosciute, che non si possono neanche accusare e trascinare davanti alla corte dell'Aia. Per quello Israele sta portando avanti una politica militare di sicurezza che spinga queste bande in là dai propri confini. Per il dopo Gaza, io auspico, se mai sarà possibile, una soluzione che veda una forza di coalizione internazionale che amministri la striscia, con alla guida stati arabi moderati, come l'Egitto. 

LA VIDEOINTERVISTA

Alessandro Franco

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