Lavorare per ridare speranza a chi non ha speranza. Oggi in Vescovado si è tenuta la presentazione del nuovo progetto Ben - essere"
"Solo quattro diocesi piemontesi hanno ottenuto finanziamenti per questo progetti, scaturiti da un bando nazionale della Caritas - spiega il presidente della Caritas Beppe Amico - i nostri valori sono la fedeltà del Vangelo da una parte e alla Costituzione dall' altra".
"Gli obiettivi che ci poniamo sono molteplici - spiega la dottoressa Daniela Borsa, volontaria Caritas - tra questi migliorare le condizioni di salute fisica e mentale dei detenuti coinvolti, assicurare a tutti l'opportunità di apprendere e di elevare il proprio livello culturale, creare condizioni concrete di accesso al lavoro per un numero maggiore di persone. Infine, vogliamo testimoniare, all'interno della Società, che la forza delle Istituzioni risiede nell' accompagnare il recupero delle persone carcerate ed il loro reinserimento nella Società".
Gli obiettivi
L'obiettivo generale del progetto è quello di migliorare il benessere dei detenuti favorendone la crescita sotto il profilo personale, culturale, artistico e formativo, così da stimolare una visione positiva ed una prospettiva di futuro per coloro che si sentono senza speranza.Il primo obiettivo è quello del lavoro: il progetto intende individuare nuove possibilità di lavoro sia all'interno che all'esterno del carcere attraverso un'indagine conoscitiva delle risorse offerte dal territorio e l'appoggio di imprenditori sensibili. 'Il lavoro all'interno è l'unica risorsa possibile per i detenuti ergastolani o con pene molto lunghe mentre individuare possibilità di lavoro sul territorio risponde alle necessità di coloro che possono godere del regime di semilibertà o hanno terminato il periodo detentivo e devono reinserirsi nella società.
Questa esigenza è particolarmente significativa perché, a fronte di corsi diversi corsi professionali effettuati negli ultimi due anni, solo il 28% dei detenuti ha accesso ad attività lavorative all'interno del carcere" spiega Daniela Borsa.
Il percorso sulla salute psicofisica prevede invece la crescita personale dei detenuti attraverso sostegno psicologico con l'aiuto di esperti esterni; un lavoro attraverso attività collettive o schede personalizzate per aumentare la consapevolezza delle proprie possibilità e stimolare l'autostima e l'autodeterminazione; un sostegno specifico per i detenuti anziani o con malattie invalidanti in presenza di uno specialista chinesiologo e la proposta di attività fisiche calibrate a seconda delle esigenze.
Si vuole poi favorire la creatività con l'uso delle sale hobbies di cui il carcere è dotato, e la valorizzazione delle loro idee e delle loro capacità attraverso la scrittura creativa.
"Grate colorate" prevede la crescita delle persone private della libertà sviluppandone le capacità artistiche con la collaborazione di giovani artisti. Si prevede di produrre sulle testate degli alti muri grigi dei passeggi, murales il cui tema sarà definito dai detenuti stessi che parteciperanno anche alla realizzazione delle opere accrescendo in tal modo le loro capacità artistiche.
Alcuni volontari, infine, affiancheranno i detenuti studenti delle scuole superiori e universitari per aiutarli a trovare un metodo di studio efficace anche negli spazi ristretti e poco favorevoli alla concentrazione. I volontari si faranno carico anche di collaborare con gli educatori del carcere per mantenere le relazioni con i tutor e i docenti del Polo Universitario di Torino.
"La giustizia senza misericordia è disumana"
"La giustizia senza misericordia è disumana - spiega il Vescovo di Asti Marco Prastaro - questo stimola un' ulteriore riflessione, quello della misericordia legata ad una seconda possibilità che offre l' opportunità di riflettere sulle scelte sbagliate che hanno portato alla detenzione carceraria"." È un progetto che verrà inserito tra le best pratice - spiega il direttore del carcere di Asti, Giuseppina Piscioneri - la finalità è quella di promuovere le attività di promozione sociale".
Diverse gli enti coinvolti nel progetto: "È fondamentale coinvolgere diversi soggetti - cosi Maria Bagnadentro, presidente di Effatà - il focus sul lavoro è una delle parti più importanti del progetto. L' investimento avrà una ricaduta positiva sul territorio ".
"Siamo felici di contribuire a questo progetto, il nostro Istituto cerca di essere vicino a questi percorsi per migliorare il benessere dei detenuti" afferma Marco Torelli, responsabile della filiale del Terzo Settore di Asti di Intesa San Paolo.
8 per mille alla Chiesa Cattolica: "Una chiesa povera per i poveri"
Un ultimo appello è stato fatto da Don Maurizio Giaretti, incaricato diocesano per il sostegno economico della Chiesa, per la destinazione dell' 8 per mille alla Chiesa Cattolica. "La carità sta al centro della nostra azione. I fondi servono per mettere in pratica il sogno di Papa Francesco, "Una Chiesa povera per i poveri". È una Chiesa che sa raccogliere e distribuire in maniera equa ed intelligente".
Il programma è stato proposto dalla Caritas Diocesana, finanziata da Intesa San Paolo e CaCaritas Diocesana di Asti, mentre il soggetto gestore sarà l"Associazione Effata' insieme al Consorzio Co.A.La; Coop. La Strada; Casa di Carita' Arti & Mestieri e l' Associazione Fuori Luogo