Ieri alle 18.30, in Piazza San Secondo, si è tenuto il presidio dell’Assemblea Astigiana contro il Decreto Legge Sicurezza, un’iniziativa che ha coinvolto numerose realtà associative e cittadini. L’appuntamento rientrava nella mobilitazione nazionale indetta per il giorno in cui il decreto ha iniziato il suo iter di conversione in legge alla Camera dei Deputati.
La protesta si è intensificata da quando il Governo Meloni, bypassando il Parlamento, ha fatto approvare in fretta il testo l’11 aprile. L’Assemblea Astigiana ha voluto alzare la voce per informare sulle conseguenze di norme che, secondo i manifestanti, limitano le libertà fondamentali e colpiscono soprattutto i più deboli.
"Criminalizzare la protesta, punire i poveri, garantire impunità"
Il decreto tocca diversi ambiti, ma può essere riassunto in tre punti chiave: criminalizzare la protesta, inasprire le pene per chi vive in condizioni di marginalità e proteggere le forze dell’ordine da ogni accusa.
"Protesti per il tuo posto di lavoro? Ti batti per la giustizia climatica o per una sanità pubblica degna? Pene aumentate per ogni forma di resistenza, fino a 6 anni di carcere se partecipi a un blocco stradale", hanno denunciato i manifestanti.
Anche chi è in emergenza abitativa rischia pene severe: "Fino a 7 anni di galera se ti opponi a uno sfratto per non finire in strada". E ancora, "protesti per le condizioni disumane nei CPR? Fino a 18 anni di reclusione".
Donne e migranti tra i più colpiti
Particolarmente grave, secondo i manifestanti, è la revoca dell’obbligo di sospendere l’esecuzione della pena per le donne incinte o con figli sotto un anno, rendendo la misura discrezionale. "Una scelta che colpirà soprattutto le donne più povere, quelle che commettono reati minori legati alla sopravvivenza", hanno spiegato.
L’articolo 31 del decreto permette ai servizi segreti di infiltrarsi in organizzazioni terroristiche, assumendone il controllo, con garanzia di anonimato e impunità. "Una licenza di uccidere", l’ha definita Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna.
Lo Stato garantirà supporto legale alle forze dell’ordine, con contributi fino a 10.000 euro a grado di giudizio, rendendo di fatto quasi impossibile condannarle. In più, potranno detenere una seconda arma oltre a quella di servizio.
"Questo governo trasforma i problemi sociali in questioni di ordine pubblico, alimentando la guerra tra poveri", hanno affermato i partecipanti al presidio. "Ma la vera sicurezza è un mondo senza eserciti, senza sfratti, dove nessuno muore sul lavoro e la scuola non è una caserma".
L’Assemblea Astigiana ha ribadito che l’unica risposta è scendere in piazza: "Le libertà si riprendono con la solidarietà, il mutuo appoggio e la difesa della Costituzione. Insieme, per un mondo radicalmente diverso".