/ Attualità

Attualità | 28 maggio 2025, 07:00

Collina Volta, la rabbia dei proprietari: "Ci chiedete due anni di pensione" [FOTO]

Sospensione dei termini, niente interessi e rateizzazione: i residenti chiedono respiro. Rasero: “Dopo il Covid, la patata bollente più grossa dei miei due mandati”

Le foto del servizio sono di Efrem Zanchettin (Merphefoto)

Le foto del servizio sono di Efrem Zanchettin (Merphefoto)

Erano in novantasette, tra proprietari, rappresentanti di cooperative e enti come l’ATC, martedì sera a Palazzo Mandela per quella che è stata definita “solo la prima di molte puntate”. Una riunione pubblica per tentare di sbrogliare il nodo dell’esproprio di Collina Volta, quell’annosa vicenda giudiziaria che ha portato il Comune a dover pagare oltre 2,8 milioni di euro ai legittimi eredi dei terreni edificati negli anni '90. Una cifra già saldata dall’ente, che oggi però bussa alle porte dei residenti chiedendo la restituzione delle quote in base alla superficie edificata.

L’incontro, voluto dal sindaco Maurizio Rasero, ha cercato di aprire un dialogo con i cittadini colpiti da quella che lui stesso ha definito “una situazione drammatica. Siamo tutti consapevoli della gravità. Ma questa, tolto il Covid, è la grana più grossa che ho dovuto affrontare nei miei otto anni da sindaco ha ammesso Rasero, provando a rassicurare sul fatto che “nessuno vuole agire con rigidità”.

Una vicenda intricata tra leggi, ricorsi e sentenze

I tecnici comunali hanno ripercorso la lunga trafila processuale iniziata nel 1994: dalla sospensione per un ricorso al TAR fino alla sentenza definitiva della Cassazione del gennaio 2024, che ha stabilito le cifre dovute. Cifre che includono indennità di esproprio, indennità di occupazione e interessi legali maturati in 30 anni.

“Abbiamo già pagato. Ora la Corte dei Conti ci chiede cosa stiamo facendo per recuperare queste somme” ha chiarito il segretario comunale Paolo Oreste Morra. E proprio per evitare danni erariali, il Comune ha inviato le lettere di pagamento agli attuali proprietari: si va dai 15 mila euro per gli appartamenti in condominio, fino a quasi 340 mila per l’ATC, passando per cifre tra i 24 e i 30 mila euro per le villette.

Una battaglia legale lunga trent’anni

Tutto inizia nel 1994, quando alcuni eredi dei terreni espropriati impugnano il valore riconosciuto loro dal Comune. 

Da lì parte un doppio binario giudiziario: uno amministrativo al TAR e uno civile. Il procedimento si incaglia più volte, viene sospeso, si riattiva, viene archiviato e poi ripreso, con pronunce alterne tra la Corte d’Appello e la Cassazione. Una prima decisione arriva nel 2015, poi nuovamente impugnata. È solo il 23 gennaio 2024 che la Cassazione mette la parola fine: il Comune di Asti deve pagare 1,7 milioni di euro per l’esproprio, più interessi legali, indennità di occupazione e circa 65 mila euro di spese processuali. 

L’ammontare finale supera i 2,8 milioni. Una somma che l’Amministrazione ha onorato con un debito fuori bilancio, e che oggi cerca di recuperare in base a quanto previsto dalla legge 865 del 1971, che impone di imputare i costi dell’esproprio a chi ne ha beneficiato.

Il nodo dei conteggi: numeri, detrazioni e ripartizione finale

Nel corso della serata, è stato anche illustrato il calcolo che ha portato alla definizione delle somme richieste. L’importo complessivo stabilito dalla sentenza è pari a circa 2.854.000 euro. Da questa cifra vanno sottratti circa 355.000 euro già versati negli anni dalle cooperative edilizie a titolo di indennità provvisoria e 701.000 euro relativi ad aree rimaste in capo al Comune. Un recupero ora in capo ai soggetti destinatari delle lettere, calcolato in base alla superficie degli immobili realizzati sulle aree espropriate. Il Comune ha precisato che non sono inclusi costi come le spese legali, e che tutta la documentazione potrà essere fornita in modo dettagliato ai cittadini, per garantire trasparenza e collaborazione.

“Siamo tutti nella stessa barca”, ha detto un tecnico comunale, “e vogliamo dare modo a tutti di conoscere esattamente da dove derivano queste cifre”.

Le richieste dei cittadini: “Non paghiamo gli errori di trent’anni fa”

I toni sono stati fermi ma civili. Un cittadino ha preso il microfono per dire: “Ricevere richieste da 30mila euro è uno shock. Non possiamo essere corresponsabili degli interessi e delle spese legali di una causa a cui non abbiamo partecipato”.

Le richieste, condivise da molti degli intervenuti, sono tre: la sospensione dei termini di pagamento, l’esclusione degli interessi legali e la possibilità di rateizzare le somme dovute.

“Siamo quasi tutti pensionati, servono due anni di pensione per saldare questo debito: come si fa?”, ha chiesto un altro residente.

Oltre ai tre punti principali, durante l’incontro sono emerse altre istanze che riflettono il bisogno urgente di chiarezza e sostegno. Molti cittadini hanno chiesto esplicitamente di ricevere i conteggi dettagliati, voce per voce, per capire da cosa derivino le cifre indicate nelle lettere ricevute. In più occasioni si è fatto riferimento alla necessità di conoscere con precisione la suddivisione degli importi per metri quadri edificati e alla volontà di escludere tutte le voci non strettamente legate all’esproprio, come le spese legali (già escluse dal conteggio, come scritto ndr). 

“Fateci uno schemino di quello che avete messo dentro ai nostri 30.000 euro e poi andiamo a discuterlo, ci troviamo di nuovo”, ha detto un residente. In molti hanno poi sottolineato come la richiesta sia arrivata senza una documentazione completa, spingendo diversi proprietari a formalizzare istanze di accesso agli atti, a cui però non è ancora stata data risposta.

Un rappresentante dell’ATC, cui è stata chiesta una somma prossima ai 340.000 euro, ha confermato l’intenzione dell’ente di collaborare, ma ha ribadito la necessità di giustificare ogni singolo euro, anche in ottica di controllo da parte della Corte dei Conti.

Verso un possibile spiraglio: rate e trasparenza

Rasero ha accolto con apertura la proposta di un documento collettivo che contenga in modo chiaro le richieste: “Se ci aiutate con un documento unitario, possiamo ragionare meglio. Non ci sottrarremo a ulteriori incontri”.

Il Comune ha confermato l’intenzione di fornire a tutti i conteggi dettagliati e di valutare, nel perimetro della legalità, una rateizzazione pluriennale. Gli interessi, tema centrale della serata, saranno oggetto di approfondimento giuridico, così come la sospensione dei termini, per cui “ci sono margini se motivata da documentazione”.

Il clima resta a tinte drammatiche, ma costruttivo. “Nessuno qui è nemico di nessuno” ha chiuso Rasero. La vicenda però, pare solo agli inizi. 

Alessandro Franco


Vuoi rimanere informato sulla politica di Asti e dire la tua?
Iscriviti al nostro servizio gratuito! Ecco come fare:
- aggiungere alla lista di contatti WhatsApp il numero 0039 348 0954317
- inviare un messaggio con il testo ASTI
- la doppia spunta conferma la ricezione della richiesta.
I messaggi saranno inviati in modalità broadcast, quindi nessun iscritto potrà vedere i contatti altrui, il vostro anonimato è garantito rispetto a chiunque altro.
LaVocediAsti.it li utilizzerà solo per le finalità di questo servizio e non li condividerà con nessun altro.
Per disattivare il servizio, basta inviare in qualunque momento un messaggio WhatsApp con testo STOP ASTI sempre al numero 0039 348 0954317.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium