Ieri, durante il Consiglio comunale, la Giunta di Canelli ha annunciato una variazione di bilancio contenente una diminuzione di 325 mila euro derivati dalle contravvenzioni del codice della strada. Una mossa “precauzionale”, dichiara la sindaca Roberta Giovine, soprattutto visto il caos che sta attraversando in lungo e in largo tutto il Paese: quello degli autovelox.
“Precauzionale perché la questione autovelox è aperta, tra autorizzazione e omologazione - dichiara Giovine - L’autorizzazione c’è, ma l’omologazione non c’è su tutto il territorio italiano. In questo vuoto che il ministero non sta colmando, c’è la necessità di mantenere attivi i velox per questioni di sicurezza, ma non si esclude di spegnerli; motivo per cui non possiamo dare per scontato i proventi derivanti da questo”.
La mancanza a livello ministeriale sta diventando davvero un problema molto grande, provocando grande confusione sul tema e soprattutto saturando il sistema dei ricorsi, con risultati a volte contraddittori.
Omologazione, il tallone d’Achille del Mit
Con la sentenza n.10505, la Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che le sanzioni per eccesso di velocità, rilevate tramite autovelox approvati ma non omologati, possono essere annullate. Ma la questione risale addirittura a 33 anni fa, nel 1992, quando l’articolo 142 comma 6 stabilì che l’autovelox, per essere valido, deve essere "debitamente omologato".
Il problema? Le procedure d'omologazione non sono mai state definite.
Nel 2024, però, scoppia il caso, grazie a un ricorso presentato da un automobilista, da cui deriva la sentenza degli Ermellini della Cassazione.
Da allora, i ricorsi sono stati sempre di più, delineando quello che risulta essere un clamoroso buco all’interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), che non prevede un decreto ministeriale per effettuare l’omologazione.
I Comuni
Secondo il Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori), “solo nelle principali 20 città italiane le sanzioni da autovelox hanno garantito nel 2023 incassi complessivi da oltre 65 milioni di euro, ma la sentenza della Cassazione che ha dichiarato fuorilegge gli apparecchi approvati ma non omologati rischia di rappresentare una tagliola di proporzioni abnormi: il 59,4% di dispositivi fissi installati lungo le strade italiane risulta infatti validato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, mentre per quelli mobili la percentuale sale al 67,2%”.
Dunque, una grave situazione che rischia di compromettere i proventi derivanti da sanzioni per eccesso di velocità nelle casse dei Comuni italiani.
Il futuro degli Autovelox
Stando al nuovo Decreto Infrastrutture, i Comuni dovranno effettuare un censimento degli apparecchi appartenenti al proprio territorio e inviarlo entro ottobre al Mit. Da quel momento, tutti gli autovelox non segnalati saranno da considerarsi non a norma di legge.
Un’azione che non sembrerebbe risolvere il problema alla radice, ma potrebbe addirittura aumentare la quantità di ricorsi, alimentando ulteriormente il caos.