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Solidarietà | 12 agosto 2025, 10:07

Medici e infermieri astigiani: “Curare è un ponte verso la pace”

Gli Ordini professionali di Asti uniti per chiedere corridoi umanitari e il rispetto delle Convenzioni internazionali a Gaza

Un'immagine di archivio di una delle molte manifestazioni per la tregua nella striscia di Gaza (Merphefoto)

Un'immagine di archivio di una delle molte manifestazioni per la tregua nella striscia di Gaza (Merphefoto)

La Striscia di Gaza vive da mesi una crisi umanitaria senza precedenti, segnata da un conflitto incessante che ha messo in ginocchio il sistema sanitario. Ospedali al collasso, carenza di farmaci, mancanza di cibo e condizioni di estrema insicurezza stanno compromettendo la sopravvivenza della popolazione civile, in particolare di bambini e persone fragili. In questo contesto drammatico arrivano le voci solidali degli Ordini professionali astigiani.

La voce degli infermieri


L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Asti, guidato dalla presidente Stefania Calcari, ha espresso piena solidarietà e sostegno agli infermieri di Gaza, impegnati ogni giorno in condizioni estreme, senza adeguata protezione sanitaria e affrontando rischi altissimi pur di garantire cure alla popolazione civile.

Il loro operato viene descritto come un gesto di coraggio, dedizione e umanità che travalica ogni confine geografico e politico. La solidarietà dell’OPI si estende anche ai cittadini, alle famiglie e ai bambini, vittime innocenti del conflitto e delle drammatiche condizioni di sopravvivenza.

L’appello è chiaro: istituire corridoi umanitari sicuri, proteggere il personale sanitario e rispettare le Convenzioni di Ginevra, per garantire il diritto universale all’assistenza sanitaria in scenari di guerra. Calcari rinnova inoltre la richiesta alle istituzioni nazionali e internazionali di agire con determinazione per fermare le ostilità e assicurare il supporto necessario a chi, con professionalità e spirito di servizio, lavora in condizioni disumane. Il messaggio più forte resta quello che, nelle parole dell’Ordine, “curare è un ponte verso la pace e il rispetto della vita”.

Il richiamo dei medici


Sulla stessa linea si pone anche l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Asti, presieduto da Claudio Lucia, che dichiara di non poter rimanere in silenzio di fronte alla tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza.

Nel comunicato, i medici astigiani parlano di una popolazione civile allo stremo, di un sacrificio quotidiano che porta a morire di fame e di un dramma aggravato dalla mancanza di farmaci e presidi sanitari. “Siamo testimoni diretti del dolore e custodi della dignità” scrivono, sottolineando la volontà di contribuire concretamente ad alleviare le sofferenze, in particolare quelle delle persone più fragili e dei bambini.

Anche in questo caso, la richiesta è netta: aprire un corridoio umanitario che consenta ai medici di operare in sicurezza e nel rispetto delle Convenzioni internazionali. Nel documento si denuncia inoltre il devastante impatto sulla salute fisica e mentale degli ostaggi israeliani, anch’essi vittime di atrocità e sofferenze.

Una posizione comune


Le due voci, pur provenendo da mondi professionali diversi, si uniscono in un unico messaggio: difendere la vita, proteggere chi cura e garantire la neutralità umanitaria nei conflitti. Un appello che arriva da Asti, ma che vuole farsi sentire ovunque, come monito e come speranza che la sanità resti sempre un terreno di pace.

Redazione

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