L’accordo di partenariato tra l’Unione Europea e il Mercosur deve essere vincolato a precise garanzie sul rispetto del principio di reciprocità degli standard produttivi e a controlli puntuali su tutti i prodotti agroalimentari in ingresso. È la posizione netta di Coldiretti e Filiera Italia commentando l’adozione da parte del Collegio dei commissari Ue dell’intesa con il blocco dei paesi sudamericani. Senza queste tutele, si metterebbe a rischio la salute dei consumatori e il futuro delle filiere agroalimentari europee.
"La previsione di una clausola di salvaguardia, seppur un passo in avanti, non è sufficiente a sostenere le imprese agricole e agroalimentari rispetto ai possibili contraccolpi dell’accordo, poiché non se ne prevede l’attivazione automatica che la renderebbe realmente efficace", sottolineano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale. "Come occorre garantire controlli sul 100% dei prodotti agroalimentari che entrano nei confini europei per assicurarne la sicurezza alimentare e il rispetto delle regole che valgono per i nostri produttori. Nei Paesi sudamericani si fa tutt’ora largo uso di antibiotici e altre sostanze come promotori della crescita negli allevamenti, oltre all’utilizzo di pesticidi vietati da anni nella Ue".
I dati supportano le preoccupazioni. Nei primi nove mesi del 2025 sono scoppiati 130 allarmi alimentari nei Paesi Ue legati all’importazione di prodotti dal Mercosur, di cui oltre un terzo riguardava proprio la carne, secondo un'analisi Coldiretti su dati Rasff.
"Senza le necessarie garanzie l’accordo colpirà le nostre piccole e medie imprese, ma anche le piccole aziende del Sudamerica, peggiorando ulteriormente un deficit della bilancia commerciale agroalimentare tra Italia e Mercosur già estremamente ampio", concludono Brizzolari e Rivarossa. "Non è accettabile l’idea di utilizzare i soldi della riserva di crisi della Politica agricola comune per coprire i potenziali danni economici causati dall’accordo alle filiere, usando in pratica i soldi degli agricoltori".