La crisi delle RSA piemontesi e il tema dell'assistenza agli anziani non autosufficienti sono stati al centro della nuova puntata di "Futura, la società che vogliamo", il format di approfondimento promosso da La Voce di Asti in collaborazione con Cgil Asti.
Il dibattito, seguito in diretta streaming, ha visto la partecipazione di quattro voci autorevoli e complementari: Graziella Rogolino (segretaria SPI CGIL Piemonte), Pietro Endrizzi (consulente e commissario straordinario della Fondazione Venanzio Santanera), Giorgio Maldonese (Amministratore delegato Cooperativa Il Faro) e Luca Quagliotti (segretario CGIL Asti).
La fotografia del problema
La situazione emersa è allarmante: in Piemonte, la popolazione over 65 ha superato il 30% e i posti letto disponibili nelle RSA risultano gravemente insufficienti rispetto alla domanda reale. Secondo Rogolino, "la nostra è la regione più anziana d'Italia, ma con numeri di convenzioni nella media nazionale: le liste d'attesa, concentrate ma non solo su Torino, toccano già 1.500 persone con il massimo grado di non autosufficienza". Il problema delle rette resta cruciale: come previsto dalla normativa regionale, la retta viene divisa tra la quota sanitaria pubblica e quella sociale privata, ma "già pagare la metà della retta per molte famiglie è insostenibile, e l'altra metà sta diventando problematica anche per il pubblico", ribadisce Rogolino.
Il nodo del finanziamento: tra contratti e rette inadeguate
Pietro Endrizzi, nella sua analisi, ha evidenziato l'effetto devastante degli ultimi adeguamenti contrattuali: "L'incremento del 17% sul costo del lavoro in RSA ha messo in ginocchio le strutture. Il problema non è solo piemontese: nei nostri bilanci il costo del personale pesa per il 60%, ma le rette convenzionate si sono mosse solo del 5% negli ultimi tre anni. Senza un aumento strutturale dei fondi pubblici, molte RSA rischiano la chiusura o il taglio dei servizi, mentre bandi europei e innovazione potrebbero offrire prospettive di rilancio".
Gestire sul campo: le cooperative sotto pressione
Giorgio Maldonese, amministratore delegato della Cooperativa Il Faro, non nasconde le difficoltà: "Il rinnovo contrattuale era essenziale, ma senza un adeguamento proporzionale delle rette il rischio è che le cooperative, il cui utile spesso non supera l'1% del fatturato, non reggano più nel medio periodo. Il peso delle carenze strutturali si somma al problema di attrarre personale qualificato, con rischi concreti di abbassamento degli standard di assistenza".
Asti: caso emblematico e nodo locale
Luca Quagliotti, segretario CGIL di Asti, ha ricordato le criticità territoriali: "Negli ultimi anni in provincia di Asti sono state chiuse alcune delle più grandi strutture, riducendo i posti letto disponibili. Oggi abbiamo il tasso più alto di posti letto per anziani in Piemonte, ma i letti realmente convenzionati e la qualità dell'assistenza rischiano di non rispondere alla crescita dei bisogni".
Oltre la RSA: servono rete e integrazione, non solo posti letto
Rogolino e Maldonese hanno posto l'accento sulla necessità di superare un sistema a compartimenti stagni: "Assistenti domiciliari, servizi diurni e RSA non dialogano. Serve una cabina di regia unica che favorisca l'integrazione, investa realmente sulla domiciliarità e dia alle RSA nuovi strumenti per partecipare all'assistenza anche fuori dalla struttura".
Il messaggio condiviso dagli ospiti è unanime: senza un intervento urgente su finanziamenti, programmazione e integrazione tra servizi, il sistema rischia il collasso, con effetti durissimi per le famiglie e per la dignità degli anziani. Solo una riforma coraggiosa, che dia voce a tutti gli attori coinvolti e punti sulla qualità, può invertire la rotta e restituire fiducia a chi ogni giorno si prende cura di chi non può più farcela da solo.
QUI puntata completa di "Futura, la società che vogliamo".