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Attualità | 21 novembre 2018, 10:00

Firmato il protocollo d'intesa per l'istituzione della rete territoriale antiviolenza

La provincia di Asti contro ogni forma di violenza di genere

Firmato il protocollo d'intesa per l'istituzione della rete territoriale antiviolenza

Si conclude, con la sottoscrizione, l’iter di redazione del nuovo “protocollo d’intesa per l’istituzione della rete territoriale anti violenza di genere della provincia di Asti”, avviatosi lo scorso mese di marzo su impulso della Prefettura; nuovo poiché in data 24 settembre 2010 era già stato stipulato un analogo documento sullo stesso tema promosso dalla Provincia di Asti e sottoscritto dalla maggioranza degli Enti presenti oggi. La finalità era quella di mettere a sistema le collaborazioni già in atto tra enti pubblici e del terzo settore, promuovendo la metodologia del lavoro di rete. Alla stesura del protocollo si sono susseguiti incontri periodici per dare concretezza agli intenti e per favorire formazione e progettualità condivise. Dopo le modifiche normative che hanno interessato l’Ente Provincia, per lungo tempo la rete territoriale, pur mantenendo la sua operatività, ha avuto minori occasioni di incontrarsi con regolarità.

Nell’ultimo anno si è sentita la necessità di rivitalizzare il tavolo, arricchendolo con nuove partnership, per rilanciare occasioni di confronto anche alla luce delle nuove normative. Contemporaneamente, il Ministero dell’Interno, con circolare (n. 11026/1) datata 30 novembre 2017, ha sollecitato i Prefetti a promuovere intese operative finalizzate alla prevenzione ed al contrasto della violenza di genere. La Prefettura di Asti ha quindi ritenuto opportuno convocare i firmatari del precedente atto e altri enti idonei ad occuparsi delle tematiche in oggetto, per proporre la sottoscrizione di un nuovo protocollo. E’ nata così una prima bozza che, sottoposta all’attenzione degli enti partecipanti, è stata inviata al Ministero dell’Interno per l’approvazione ed integrazione. È stato ufficialmente firmato questo documento che costituirà la premessa metodologica di concrete sinergie mirate a dare concretezza ed efficacia agli intenti sottoscritti. Il protocollo prevede infatti la costituzione, presso la Prefettura, di un tavolo di coordinamento, composto da rappresentanti designati da ciascun soggetto sottoscrittore.

Gli assi sui cui si svilupperanno le azioni saranno principalmente quattro: 1. La protezione, già assicurata dagli enti del territorio preposti all’ascolto, all’accoglienza e alla cura, con conseguente presa in carico della donna vittima di violenza e degli eventuali figli coinvolti. L’ISTAT stima che a livello nazionale una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, abbia subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. E se è stata uccisa, tre volte su quattro il colpevole è un membro della sua famiglia. Analoga attenzione, con adeguata protezione, dovrà essere assicurata alle donne che hanno subito, nel corso della loro vita lavorativa, molestie o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Si stima che si tratti, a livello nazionale, del 9% circa delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. 2. La presa in carico del maltrattante, affinché cresca la consapevolezza del disvalore della violenza; occorre infatti arricchirsi di un’ulteriore prospettiva operativa che, lavorando sulla rieducazione e riabilitazione della persona violenta, possa contribuire a ridurre l’alto tasso di recidiva che si verifica quando l’approccio è solo punitivo; nella nostra provincia questo strumento operativo è stato recentemente attivato dal Centro Antiviolenza Provinciale “L’orecchio di Venere “ della Croce Rossa di Asti. 3. L’ istituzione dell’Osservatorio per il monitoraggio del fenomeno e la gestione dei relativi dati; ad oggi, sul web o tramite gli enti gestori e i centri di ascolto, possiamo risalire a dati parziali e non aggregati mentre l’obiettivo sarà quello di far confluire tutte le informazioni in un unico database, con aggiornamento periodico, che permetta sia di avere contezza immediata del fenomeno sia di individuare target e situazioni su cui intervenire prioritariamente. 4. La prevenzione culturale che necessariamente dovrà avvalersi di percorsi di educazione alla legalità ed all’affettività da proporre alle scuole di ogni ordine e grado per stimolare l’ ”intelligenza rispettosa”, cioè il modo di pensare di chi accoglie e accetta le diversità che esistono tra i generi ma anche tra i singoli e tra le comunità umane. Imparare a rispettare gli altri è un fattore ineludibile e improrogabile se vogliamo costruire una convivenza armoniosa e democratica. Per concludere, un accenno sulla data scelta per la firma del protocollo: il 20 novembre è significativo poiché si colloca nella settimana dedicata al contrasto della violenza nei confronti delle donne che vedrà il suo culmine nella giornata del 25 novembre, ricorrenza celebrata a livello internazionale fin dal 1999 per volontà dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Comunicato stampa

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