L’Onorevole Andrea Delmastro, esponente piemontese di Fratelli d’Italia, ha presentato alla Camera dei Deputati una interrogazione a risposta scritta, rivolta al ministro della Giustizia Marta Cartabia, in merito ad alcuni compiti che, stando ad alcune sigle sindacali di polizia penitenziaria, sarebbero stati impropriamente assegnati al personale del carcere cittadino.
Delmastro cita l’impiego di agenti nelle mansioni di “conduttore di trattore agricolo, taglialegna, giardiniere, falegname e muratore” e che le organizzazioni sindacali riferiscono che “la direttrice della casa di reclusione di Asti avrebbe continuato a disporre inopinatamente, dal mese di giugno 2020, l'utilizzo del trattore agricolo da parte del personale di polizia penitenziaria in luogo dei detenuti addetti al lavoro o del personale civile qualificato”.
Gli è stato inoltre riferito l’impiego di agenti come muratori per installare una rete anti-piccione “facendolo salire su impalcature alte 5/6 metri e prive di protezione” e che il personale sia altresì stato impiegato “per tosare il prato con decespugliatore a scoppio, per tagliare siepi con motosega elettrica e per segare pannelli con sega elettrica a disco dentato, il tutto senza l'utilizzo di idonee protezioni”.
Rimarcando che le organizzazioni sindacali hanno chiesto al provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di avviare le opportune verifiche e l’adozione di provvedimenti disciplinari per l’utilizzo indebito del personale, Delmastro sottolinea ancora che “la distrazione di preziose risorse dai compiti istituzionali lede oltremodo la dignità del Corpo e aggrava ulteriormente la grave carenza di personale, costringendo il ricorso a turni aggravati per la restante forza lavoro”
Concludendo che “l'assegnazione di mansioni non istituzionali pone il tema del regolare aggiornamento del documento unico di valutazione dei rischi, del corretto approvvigionamento e uso dei dispositivi di protezione individuale, nonché dell'adeguata formazione professionale che sottende all'esecuzione dei summenzionati lavori manuali che, in caso contrario, esporrebbero i lavoratori a seri rischi di infortuni o di decesso”.