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Al Direttore | 04 novembre 2022, 20:32

"In una democrazia compiuta, le parole dovrebbero essere considerate con il giusto valore"

Anche l'Agedo (Associazione Genitori di Omosessuali) interviene, con una lettera aperta, a riguardo del post anti-Boldrini pubblicato dal consigliere Venturini

"In una democrazia compiuta, le parole dovrebbero essere considerate con il giusto valore"

In passato il buffone di corte era un giullare che faceva ridere i potenti, dei quali era a servizio, attraverso scherzi, giochi di parole che rappresentavano l’unica possibilità di far sentire voci rese afone da chi comandava.

In una democrazia compiuta , le parole dovrebbero essere considerate con il loro giusto valore: ci si aspetta che , soprattutto da chi detiene il potere ( anche piccolissimo, derivante dal colore della camicia che indossa) sappia che il linguaggio usato riflette esattamente il proprio pensiero. La lingua è “un binario su cui viaggia il pensiero” e c’è un rapporto stretto tra lingua, realtà e pensiero.

Il linguaggio non è un semplice strumento di comunicazione ma è soprattutto uno strumento di percezione e di classificazione della realtà che condiziona il pensiero stesso dei parlanti” (Alma Sabatini . Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana. Roma 1986 Presidenza del consiglio dei ministri. )

Purtroppo sembra che l’orologio della storia stia inesorabilmente viaggiando a ritroso.

Riteniamo doveroso continuare a denunciare forme di sessismo , specialmente quando provengono da luoghi di “potere”. E’ grave che un consigliere comunale , aspirante a diventare presidente della commissione cultura del comune di Asti, non conosca l’alfabeto minimo della comunicazione che attribuisce alle parole il ruolo di espressione di ragionamento, di confronto finalizzati alla propria crescita personale e di tutti quelli che da lui si sentono rappresentati.

Agedo è un’ Associazione da anni impegnata a combattere stereotipi e pregiudizi per un’emancipazione di tutte le identità e , in quest’ottica , c’è la consapevolezza che il sessismo nell’uso della lingua sia il presupposto su cui si basa la violenza di genere. L’immagine di mascolinità e di femminilità create e sostenute dalla nostra cultura genera disuguaglianze di genere e grosse difficoltà sia ad accogliere chi si discosta da tali presupposti, sia a porre sotto critica questi stessi presupposti.

L’impostazione “androcentrica” della lingua ci porta ad attribuire diversi significati a parole ed espressioni declinate al maschile o femminile e vale la pena di ricordare un brillante monologo di Paola Cortellesi sulle diverse accezioni:

un uomo di strada = una persona del popolo

una donna di strada = una mignotta


un brav’uomo = un uomo buono

una brava donna = una mignotta

uno zoccolo = una calzatura fatta di legno, terminazione dei mammiferi ungulati

una zoccola = una mignotta

Siamo consapevoli che pur chiedendo l’allontanamento della persona che usa , magari inconsapevolmente, parole così offensive , tutto questo non avverrà. Vogliamo però suggerire a chi siede in luoghi istituzionali di leggere, di studiare, di informarsi.

E il testo più adatto in questo contesto è: Il potere delle parole giuste di Vera Gheno

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