Cgil e Uil scendono in campo contro la manovra che il Governo Meloni si appresta a varare, annunciando per giovedì 15 dicembre lo sciopero generale. Ad Asti l'astensione dal lavoro sarà accompagnata da una manifestazione/presidio dalle ore 8.30 alle 9.30 in piazza San Secondo, sotto il palazzo del municipio.
"Con i soldi delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati e delle pensionate si favoriscono evasori e grandi patrimoni. Il Governo ha deciso di abbassare le tasse sui patrimoni portando l’aliquota sui redditi da capitale dal 26% al 14%, di estendere la Flat Tax ai redditi sino agli 85mila euro e di aumentare il tetto del contante a 5000 euro, favorendo evasori e mafiosi. Diminuisce la tassa sull’extra gettito delle imprese energetiche".
Rimarca Luca Quagliotti, segretario generale Cgil Asti: "Questa finanziaria non risponde alle esigenze dei lavoratori e lavoratrici, si rimanda un intervento strutturale sulle pensioni, quota 103 è ridicola: solo una piccola parte può accedervi (41 anni di contributi e 62 di età) e le donne sono ulteriormente penalizzate. Non solo. Hanno anche bloccato le rivalutazioni per pensioni su 1400/1500 euro".
"In tutto il mondo occidentale esistono forme di sussidio per chi è in difficoltà, in un paese in cui crescono disuguaglianze e cresce la povertà, togliere completamente il reddito di cittadinanza è una follia", sostiene il segretario che ricorda l'assenza allo sciopero della Cisl. "Fra le organizzazioni sindacali c'è una frattura, la Cisl, per esempio, non ritiene che lo sciopero sia strumento di lotta e conquista. Lo rispetto, non lo condivido e credo che la separazione non aiuti i lavoratori".
L'intervista integrale
Le richieste
• La tassazione al 100% sugli extra utili delle imprese, in modo da avere le risorse per abbassare le tasse sul lavoro dipendente e da portare al 5% il cuneo contributivo per lavoratori e pensionati.
• L’aumento delle pensioni sino ad una forbice tra il 4 e il 7 volte il minimo. Il superamento della Legge Fornero con una vera riforma pensionistica che preveda la possibilità di andare in pensione dopo i 62 anni di età o con i 4 anni di contributi, il mantenimento di opzione donna con le regole attuali, il riconoscimento del lavoro di cura per le donne e una pensione di garanzia per i giovani.
• La diminuzione delle forme flessibili, dicendo con forza no alla reintroduzione dei voucher.
• La modifica del reddito di cittadinanza e non la sua soppressione. Forme di sostegno come il reddito di cittadinanza ci sono in tutta Europa e non si capisce perché in Italia, dove le povertà sono in continuo aumento, si debba togliere un aiuto che, seppur tra mille difetti che occorre superare, ha garantito ad intere famiglie di evitare di cadere nell’indigenza assoluta".
A supporto di queste proposte e per le ragioni esposte in precedenza Cgil e Uil hanno deciso di indire uno Sciopero Generale per giovedì 15 dicembre con diverse articolazioni: per i settori del commercio, edilizia, industria chimica, gommaplastica, tessile ed acquedotti, scuola, pubblico impiego (igiene urbana esclusa) e poste intero turno di servizio. Per tutte le altre categorie lo sciopero è di 4 ore all’inizio o alla fine del turno.