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Cultura e tempo libero | 15 agosto 2023, 10:20

“Essere una quercia”: a Portacomaro, continua il calendario che porterà alle feste patronali

Venerdì 18 agosto alle 18.30 nell'area picnic Durando con la Casa della musica di Portacomaro e il Teatro degli Acerbi

“Essere una quercia”: a Portacomaro, continua il calendario che porterà alle feste patronali

Quercus. Serenata per il mio albero” sarà a Portacomaro venerdì 18 agosto, dalle ore 18.30 presso l’area picnic Durando, nell’ambito degli eventi organizzati dal Comune, dalle associazioni del territorio e dalla Biblioteca Civica del paese curiosamente intitolati: “Da San Lorenzo a San Bartolomeo, passando da San Rocco”.

Il calendario che si snoda appunto tra il 10 ed il 20 agosto e che precede le festività patronali del 24, in occasione della festa di San Bartolomeo, prevede cene sotto le stelle, concerti al Palatenda e partite di tamburello a muro di serie A, ma, organizzata dalla Biblioteca Civica in collaborazione con la Casa della musica di Portacomaro e il Teatro degli Acerbi, propone anche un evento “green”, cioè nel verde… tra i filari delle vigne e i noccioleti dell’azienda agrituristica Terra d’origine, nell’area picnic Durando, via San Pietro 70.

Lo spettacolo “Quercus. Serenata per il mio albero” è ispirato al libro “Essere una quercia” di Laurent Tillon, ed è stato adattato da Patrizia Camatel del Teatro degli Acerbi per un reading accompagnato dalle musiche originali di Marco Silletti.

Il maestro Silletti, alla chitarra, sarà affiancato da Maria Grazia Reggio, sempre con la chitarra, e Matteo Ravizza, al contrabbasso.

Patrizia Camatel, attrice, autrice e regista, lavora stabilmente ad Asti con il Teatro degli Acerbi dal 2000, ha adattato il testo di Tillon per lo spettacolo e ne è la voce narrante.

Considera l’arte teatrale come un modo per incontrare gli altri, per parlare con loro e soprattutto di loro. Un lavoro vivo e vitale, scoperto accanto al maestro Luciano Nattino, scomparso nel 2017, che maggiormente ha influenzato la sua formazione in ambito teatrale. Marco Silletti, nato ad Aosta, ma milanese di formazione, vive ad Asti ed è docente titolare della cattedra di chitarra presso il Liceo musicale “Saluzzo-Plana” di Alessandria. Ha composto le musiche per lo spettacolo dopo la lettura del testo di Tillon.

La struttura dell’opera, una successione di personaggi, del mondo animale e vegetale, ha immediatamente prodotto il desiderio di scrivere, di delineare i protagonisti attraverso temi musicali, note, timbri, sonorità ricche di suggestioni, “La musica è venuta di getto, istintivamente dice Silletti, seguendo via via gli umori, le simpatie, le sensazioni”.


Maria Grazia Reggio, svolge anche lei attività didattica in ambito musicale, dopo il diploma a pieni voti presso il Conservatorio “A.Vivaldi” di Alessandria, sotto la guida di Angelo Gilardino e vari corsi di perfezionamento. È stata premiata in Concorsi nazionali e internazionali e svolge anche attività concertistica in varie formazioni da camera.

Matteo Ravizza, portacomarese DOC, è docente di musica presso la Scuola media “Oscar Levi” di Chieri; docente di chitarra e contrabbasso, oltre che promotore di tante iniziative didattiche e musicali della Casa della Musica di Portacomaro.

La storia narrata, “a ritroso nell’antichità della foresta”, è quella di un albero, una quercia, che è anche voce narrante, un essere vivente connesso con il tutto, capace di prendere e restituire in un equilibrio perfetto, un equilibrio così pulsante di vita da infondere benessere anche all’uomo.

Patrizia Camatel racconta, moltiplica la sua voce in tante e diverse forme, crea immagini , commuove e diverte. La narrazione è sostenuta da un tappeto sonoro che evoca i suoni della foresta, via via sommesso o al contrario travolgente come una tempesta distruttiva, che però è parte di un processo rigenerativo naturale che solo l’uomo cerca di razionalizzare, sul quale cerca di intervenire, provocando scompensi irreparabili.

È un viaggio nel profondo “Quercus”, giocato con un accostamento di nozioni scientifiche (Tillon è biologo e ingegnere forestale) e di racconti in tanti registri diversi. “Quercus” inizia come una piccola storia intimista di amore per un albero e diventa narrazione epica della Vita, del Tutto. Un finale lirico che affascina, mentre lascia la consapevolezza dell’azione dissennata dell’uomo faber, “che fa, fa…”, mentre dovrebbe solo rispettare e preservare. L’ingresso allo spettacolo è libero.

Comunicato stampa

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