Da quando la raccolta verticale è approdata in città abbiamo assistito a un continuo botta risposta tra chi, come noi, sosteneva che il sistema si sarebbe rivelato un disastro per svariati motivi e chi la difendeva a spada tratta (senza mai specificarne il motivo).
Ecco perché non ci ha mai convinto:
- la difficoltà nel controllo
- l’autoformarsi di piccole discariche in giro per la città a causa di ingressi troppi piccoli dei cassonetti
- la scomodità per persone fragili di recarsi nei luoghi preposti (anziani soli per esempio)
- un modello verticale andava avviato solo dopo aver effettuato un accurato censimento delle utenze come nel 1997. Un controllo di questo tipo avrebbe permesso di individuare chi non era registrato ai fini della tassa, evitando così che molti utenti si ritrovassero senza tessera magnetica (autorizzando di fatto l’abbandono dei rifiuti)
In tutto ciò la grande domanda: perché una cosa che funziona va cambiata?
Il ragionamento oggi è però un altro e la responsabilità è dell’ASP: quanto ancora l’accusa al cittadino incivile reggerà di fronte al fallimento dell’operazione?
San Fedele è il primo quartiere dove, a prova di mistificazioni e bugie, la responsabilità non può ricadere su nessun altro se non su Asp e Comune: via Arno e via Ticino sono ormai tempestati di cumuli di rifiuti e il motivo è chiaro: i cassonetti NON vengono svuotati.
Foto e testimonianze del lassismo amministrativo si seguono e accumulano, abitanti che da anni vivono il quartiere sono arrivati a vergognarsi di invitare gente a casa loro per la situazione incresciosa, metri e metri di marciapiedi impraticabili sono ormai la prassi: da un lato l’immondizia, dall’altro il verde incolto.
E così siamo di fronte al fallimento completo di quello che doveva essere il periodo di prova in Asti Sud (ormai in corso da oltre un anno e mezzo), ovvero:
● la TARI non solo non è diminuita ma è aumentata
● i furbetti del rifiuto hanno il via libera nel gettare fuori dai cassonetti non avendo la tessera o rincuorati dal fatto che anche le persone per bene sono costrette ad abbandonare vicino al cassonetto i loro rifiuti
● i dipendenti ASP, che in teoria avrebbero dovuto trarre agevolazioni non caricando singolarmente i sacchi, si ritrovano a dover smantellare intere isole anti-ecologiche a mano
Un quartiere da sempre territorio di assemblee cittadine propositive e abitanti attivi, spesso dimenticato dalle amministrazioni, ma in grado di combattere e organizzarsi, negli ultimi anni è stato abbandonato sia dal punto di vista della sicurezza sia per quanto riguarda la salubrità delle acque (pozzi contaminati) e ora pure nella gestione dei rifiuti.
In cambio? Nulla. Continui aumenti di TARI e i collegamenti con la città promessi paiono ancora un miraggio lontano.
Chissà se le telecamere millantate dalla giunta, proprio in via Ticino, rappresenteranno un incentivo a un maggior sforzo da parte di Asp nell’attività nell’area, chissà se sono state installate, chissà se, anche in questo caso, la colpa è dei cittadini e non di un’amministrazione incompetente.
Uniti Si Può