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Attualità | 29 luglio 2025, 10:41

"Mattarella non ignori sofferenza e morte inflitte al popolo palestinese"

Appello pubblico delle Federazione delle Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie per chiedere al Presidente della Repubblica una forte presa di posizione

Un'immagine d'archivio (ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin) della visita astigiana del Presidente Mattarella

Un'immagine d'archivio (ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin) della visita astigiana del Presidente Mattarella

Egregio Presidente della Repubblica,

Nel 1982, di fronte al massacro di Sabra e Shatila, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini pronunciò parole ferme e chiare contro l’indifferenza internazionale, riconoscendo il diritto del popolo palestinese a esistere e ad avere uno Stato proprio.

A distanza di oltre quarant’anni, quelle parole risuonano oggi con la stessa urgenza. In un contesto in cui il diritto internazionale viene sistematicamente violato, e i principi fondamentali della nostra Costituzione sono messi a dura prova, riteniamo doveroso rivolgerci al Capo dello Stato per chiedere un atto di coraggio istituzionale e morale.

in qualità di Federazione delle professioni sanitarie e socio-sanitarie, ci rivolgiamo a Lei con profondo senso di responsabilità e dolore, per chiederLe di prendere posizione e dare voce contro quanto sta accadendo in Palestina.

Il genocidio in Palestina prosegue giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Di fronte alla sofferenza e alla morte di un intero popolo – bambini, donne, anziani, civili indifesi, la comunità internazionale ha chiesto un fermo immediato delle ostilità e delle violazioni dei diritti umani in Palestina, l’Europa e l’Italia, tacciono.

È una vergogna per l’Italia, che si fregia di essere la culla dei diritti umani e della democrazia, rimanere in silenzio e inerte davanti a una simile tragedia. È una vergogna per i governi europei che, nonostante le evidenze di una politica di apartheid e di violenza sistematica, continuano a sostenere Israele con armi e aiuti economici.

L’Italia è complice. L’inazione, l’indifferenza, la neutralità di fronte all’ingiustizia sono forme di complicità. È tempo che il nostro Paese si svegli, prenda una posizione chiara, forte e netta contro quanto sta accadendo.

Non possiamo più tacere. Non possiamo più accettare che i diritti umani vengano calpestati senza conseguenze. È tempo di agire, di denunciare, di alzare la voce.

L’Italia ha una responsabilità morale e politica: come membro dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite, ha il dovere di far rispettare il diritto internazionale e di dissociarsi da qualsiasi forma di collaborazione con chi ne viola i principi.

Egregio Presidente,

questo è un appello alla Sua coscienza e alla Sua funzione di Garante della Costituzione. Lei rappresenta il nostro Paese e i suoi valori fondamentali. Non possiamo più ignorare la sofferenza del popolo palestinese. Non possiamo più accettare che il nostro governo e le nostre istituzioni restino immobili davanti a un massacro.

Chiediamo libertà, giustizia e dignità per il popolo palestinese. Chiediamo che l’Italia si unisca alle numerose Regioni italiane, ai Comuni che hanno interrotto le relazioni istituzionali con Israele, agli Stati esteri che stanno riconoscendo lo Stato di Palestina, e alle organizzazioni umanitarie che si sono già espresse in favore della pace e del rispetto dei diritti umani, condannando apertamente le azioni del governo israeliano.

Le chiediamo, Signor Presidente, di riconoscere anche Lei lo Stato di Palestina, come già auspicato in passato dal Presidente Sandro Pertini.

Come Federazione delle professioni sanitarie e socio-sanitarie, esprimiamo la nostra più ferma condanna contro il genocidio in atto. Chiediamo un Suo intervento formale presso il Governo italiano affinché:

  • si condanni pubblicamente e senza ambiguità ogni forma di violenza contro il popolo palestinese, riconoscendo lo Stato di Palestina;
  • si cessi immediatamente la fornitura di armi a Israele;
  • si agisca concretamente per la cessazione delle ostilità e per l’apertura di un processo di pace giusto e duraturo.

Signor Presidente, Lei non può più ignorare la sofferenza e la morte inflitte al popolo palestinese. È un dovere morale e giuridico, sancito dal diritto internazionale, non cooperare con chi commette crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Va fatto non per compassione, non per carità, e neppure solo per evitare di guardarci allo specchio con vergogna. Va fatto perché il nostro ordinamento ci impone di non essere complici. In caso contrario, anche noi rischiamo di ritrovarci dalla parte sbagliata della storia.

Lei, Presidente, in una recente intervista ha detto: “Se dovessi dire come si fa a passare dalla guerra alla pace, direi a tutti: venite all'Arsenale!” Le prendiamo la parola. Venga anche Lei con noi, idealmente e concretamente, a quell’Arsenale di pace.

Forse il nostro appello non sarà accolto, ma Le chiediamo, in quanto Capo dello Stato, di non restare in silenzio di fronte a quanto accade, e di farsi promotore di un’azione giusta e coraggiosa, quella che, purtroppo, il nostro governo non ha ancora avuto il coraggio né la volontà di intraprendere.

Le parole di Sandro Pertini restano, oggi più che mai, un faro morale e istituzionale. Oggi come allora, l’Italia è chiamata a scegliere da che parte stare: dalla parte del diritto e della dignità dei popoli, oppure da quella del silenzio e della complicità.

Con rispetto e speranza,
Angelo Minghetti - Presidente della Federazione delle Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie

Comunicato stampa

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