Fine per il Ddl Zan. Ieri in Senato sono bastati 154 voti per chiudere una partita che si preannunciava difficile e che ha dimostrato che ci saranno grosse difficoltà anche per il voto del Quirinale.
131 i contrari e almeno 16 franchi tiratori.
Matteo Renzi (IV), viene accusato da più parti di essere il principale ‘affossatore’, ma gli stracci volano soprattutto tra renziani e grillini e Renzi restituisce la palla al Pd.
La cosiddetta ‘tagliola’ ha fatto saltare l’esame degli articoli ed emendamenti al testo. A chiederla Lega e Fratelli d’Italia.
Chi è Alessandro Zan
Alessandro Zan, padovano ed esponente Lgbt è noto soprattutto per aver promosso ed ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto, aperto anche alle coppie omosessuali e per essere il relatore del disegno di legge contro l'omofobia, la transfobia, la misoginia e l'abilismo approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020. È stato eletto alla Camera come capolista del Pd
Le reazioni astigiane
Asti Pride, ovviamente critica e furiosa: ”L’affossamento del DDL Zan da parte della maggioranza dei Senatori, i loro applausi e le loro esternazioni di gioia a votazione chiusa, rappresentano l’ennesima violenza ai danni della comunità LGBTQI – spiega Patrizio Onori - Un affronto ed uno smacco difficilmente cancellabili verso le vittime di violenza omo-transfobica, abilista e di genere e verso tutti i cittadini “per bene” di questo Paese. Il livello della discussione ha toccato punti di una bassezza inqualificabile. Frutto di una classe politica gretta e piegata solo a tornaconti personali e politici che nulla hanno a che vedere con il merito del Disegno di Legge in discussione.
Affranti e scoraggiati continueremo a lottare e combattere. Lo dobbiamo alle centinaia di vittime di violenza omo-tranfobica, abilista e di genere, lo dobbiamo all’intero Paese”.
È uno schifo, l'Italia è indietrissimo
Addolorata ma non stupita la presidente, Vittoria Bricarello: “Non ne siamo sconvolti già il fatto di averlo fatto slittare aveva fatto capire come sarebbe andata. Sarebbe stupido incolpare il fatto che la sinistra non ha voluto mediare sulla legge, vedi legge Cirinnà, difficile colmare le lacune. Non si poteva mediare ad esempio sulla questione della transfobia, si doveva portare compatta e così è stato, sarebbe stato come ammettere le ipocrisie. Calderoli è stato bravo a fare il suo lavoro e portare il voto segreto, forse non si è stati bravi a rispondere. Il problema è stato proprio questo che ha permesso accordi. È uno schifo siamo indietrissimo per tante tutele. Ed è uno schifo perché non si può e non si deve esultare. Dobbiamo smetterla di dire che siamo uno stato laico finché ci sarà un’ingerenza della Cei".
E la politica astigiana?
Va giù molto duro Marcello Coppo (Fratelli d’Italia): “Riteniamo che il ddl presentato dall’onorevole Zan era un disegno ideologico e antidemocratico per rendere obbligatoria un’ideologia e farla entrare nelle scuole. Abbiamo contribuito a fermare una deriva ideologica e antidemocratica. La scuola pubblica neanche insegna educazione sessuale e si devono indottrinare i bambini su chi è gender a seconda di come si alza alla mattina. Come mai discussioni e idee che derivano da educazione cattolica potevano essere interpretate come fattispecie di reato? Una famiglia fatta da papà mamme e figli magari avrebbe potuto essere indagata da un obbrobrio giuridico. Tanti franchi tiratori erano dentro il Pd, precisamente la loro parte di cattolici che non capisco perché siano li. Perdere i valori per una poltrona non è una bella cosa. Al netto delle polemiche sul green pass vorrei evitare che vi sia un red pass come poteva essere il ddl zan. Orgoglioso di pensarla diversamente”.
Lapidario l’onorevole Andrea Giaccone (Lega): “È stato un errore da parte di Enrico Letta e la sinistra. Il centro destra aveva offerto di modificare ciò che poteva essere divisivo e abbiamo proposto l’inasprimento delle pene per i reati più gravi. Le responsabilità sono all’interno del centrosinistra.
Angela Motta (IV) condivide in toto la posizione del suo partito: “Si è verificato un fatto grave a discapito innanzitutto delle tante donne e tanti uomini vittime di violenze e discriminazioni e si è consumato per un incomprensibile rifiuto della ricerca della mediazione, che nella politica è sempre necessaria: si è voluto procedere con un muro contro muro. Noi di Italia Viva abbiamo da subito denunciato che questo era il modo per affossare la legge. Se si fosse accettato un dialogo di un'ulteriore settimana come era stato chiesto, probabilmente non si sarebbe arrivati a questo scontro che purtroppo ha dato l'esito che ci si doveva aspettare, date le premesse.
Il segretario del Pd Letta aveva aperto con grande chiarezza e poi di fatto la mediazione non è stata portata avanti. I 5 Stelle e Leu non si sono seduti al tavolo e lo stesso Pd non ha poi operato nell'ottica della mediazione. Io credo sia un atteggiamento irresponsabile che va stigmatizzato anche in generale: più la politica si polarizza in modo ideologico meno sa esercitare il suo ruolo, che è quello di ricomporre le parti per dare risposte concrete ai diritti e ai bisogni degli italiani.
A chi ci accusa dicendo che i franchi tiratori sono da ricercare in Italia Viva rispondiamo che quando non si vuole ammettere una responsabilità evidente si cerca sempre in altri un capro espiatorio”.
Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero ironizza: “Mi verrebbe da dire chi è Zan (la nota polemica con il procuratore Gratteri che lo aveva visto protagonista mesi fa ndr), ma non lo dico perché so benissimo di che cosa si è occupato ma non ho approfondito il tema . Quindi preferisco non entrare nel merito”.
Massimo Cerruti (M5S): "Siamo sconcertati di fronte al voto negativo di fronte una legge di civiltà che rimarca i diritti delle persone. Sono allibito dall'esultanza che trovo irreale e offensiva nei confronti dei diritti e della libertà delle persone".
Elena Accossato responsabile diritti civili del Pd di Asti è amara: "Lo hanno fatto morire. Poteva essere per l'Italia il riconoscimento che esistono crimini d'odio che hanno motivi omofobi o hanno come sfondo l'abilismo o misoginia. E invece facciamo finta che non esistano queste cose e che l'odio non esista. Affossando il Ddl Zan abbiamo affossato le minoranze, i loro diritti e i loro doveri. Il ddl Zan avrebbe portato maggiori tutele. Avremmo potuto fare un passo avanti e invece no. È un grosso dispiacere. Noi porteremo comunque avanti questa visione, la logica che l'odio ha nomi, si chiama omofobia, misognina, abilismo. Siamo tristi e consapevoli che oggi ci sono uomini e donne che non vedono riconosciuti i loro diritti".