Il presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, interviene dopo la decisione della Regione Piemonte di far nascere 91 Case di Comunità, grazie ai fondi del PNRR.
Al centro di una lettera, a firma di Lanfranco e indirizzata alla Regione, il fatto che l'Astigiano sia stato fortemente penalizzato all'interno di questo progetto.
È iniziato oggi in Commissione Sanità, presidente Alessandro Stecco, l’esame della proposta di delibera al Consiglio regionale per l’“Approvazione della programmazione sanitaria relativa alle Strutture di prossimità nelle Asl: Case di comunità e Centrali operative territoriali”.
Il provvedimento, su cui si è svolta la discussione generale dopo l’illustrazione per la Giunta da parte dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, “prevede la localizzazione di 91 Case di comunità, 29 ospedali di comunità e 43 Centrali operative territoriali, per un investimento complessivo di 214 milioni di euro tra finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e altri finanziamenti”.
“Abbiamo lavorato a ritmi serrati – ha dichiarato l’assessore – sulla base delle indicazioni fornite di volta in volta dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Abbiamo chiesto ai direttori sanitari di valutare dove potessero essere ubicate le strutture, coinvolgendo anche informalmente i sindaci, privilegiando l’utilizzo di immobili già esistenti, di proprietà aziendale o comunale, come richiesto dalle indicazioni nazionali e senza compromettere ulteriore suolo”.
“Il Piano – ha aggiunto – include 9 Case di comunità e 2 ospedali di comunità in più rispetto a quelli finanziati dal Pnrr. Abbiamo scelto di integrare i fondi tagliati dal Governo per non penalizzare parti del territorio che sarebbero risultate escluse dal Piano. Entro il 28 febbraio dovremo inviare la delibera ad Agenas per sottoporla all’approvazione del Ministero”.
L'intervento
“Mi duole rappresentare il disappunto per come si sia giunti all’adozione di un provvedimento così significativo per il futuro del nostro territorio senza alcun coinvolgimento delle istituzioni locali e degli altri soggetti che avrebbero potuto fornire un contributo costruttivo, nel quadro di un metodo partecipato improntato alla condivisione e alla chiarezza rispetto ai criteri sulla base dei quali definire tali poderosi investimenti – si legge – la delibera stravolge peraltro la proposta della direzione Generale dell’ASL con la quale venivano individuate, all’interno dell’ambito di propria competenza, le seguenti quattro Case di Comunità: Canelli, Asti, Villafranca-Villanova e Area Nord Est Astigiano”
“Tale proposta – continua – interpretava adeguatamente le esigenze del territorio fornendo una prima risposta alle gravi criticità a tutti note da più di un decennio, su cui non si era potuto finora intervenire per la carenza di risorse finanziarie a disposizione della nostra Regione. Nello specifico, avrebbe almeno parzialmente risolto e superato la carenza di servizi causati dall’annosa e sgradevole vicenda della mancata realizzazione della Casa della Salute di Villanova d’Asti, che solo per ragioni di sintesi evito qui di ripercorrere, e dalla mancata individuazione di un punto di erogazione di servizi sanitari nell’ampia area dell’Alto Astigiano compresa tra l’ASL TO5 e l’ASL AL, la cui debolezza nell’offerta dei servizi per i cittadini ed il conseguente spopolamento, sempre per ragioni di sintesi, non può essere delineata come meriterebbe e, a quanto pare, sembrerebbe invece necessario fare”.
“L’inaspettata decisione di eliminare ogni intervento in Villanova d’Asti e nell’ampia parte centrale del nord Astigiano richiede un approfondimento di riflessione che mi auguro vogliate garantire favorendo un incontro con i soggetti in indirizzo, in tempo utile per apportare eventuali correttivi al provvedimento prima di assumere decisioni definitive in sede di Consiglio Regionale”.