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Cultura e tempo libero | 19 marzo 2022, 18:30

Avanti e 'ndre tra agnolotti e antiche rovine

Seconda uscita per la rubrica "Lavorare stanca. Allora leggi", dedicata questa volta a "I tempi (non) cambiano" di Aldo Giordanino

I tempi (non) cambiano - Foto "Letture"

I tempi (non) cambiano - Foto "Letture"

È una collezione di piccoli istanti. 

Se all’inizio appaiono confusi è solo alla fine che se ne coglie l’ampio respiro: continue digressioni (piemontizzate in “avanti e ‘ndre”) tra memorie antiche e gesti quotidiani che si abbracciano attorno alla vera protagonista: Asti. 

Come se si spostasse per meglio farci scorgere le diverse angolazioni di questa meravigliosa città, Aldo Giordanino, passeggia tra le vie dei borghi e insieme passeggia fra i ricordi. 

Qualche volta passi ancora per quel punto di Asti che ti ricorda Gerusalemme, prima che faccia giorno, quando proprio non riesci a dormire e un’angoscia totale ti impedisce di rimanere a letto. È troppo presto per andare a lavoro

È una raccolta di racconti in cui ogni capitolo è una sensazione. 

Cosa c’è quindi in questo libricino? 

C’è il palio. Raccontato però da chi l’ha sudato fino al midollo: Kim e Mamuthones. 

I due purosangue sono, ora, in un angolo di paradiso a sussurrarsi parole di libertà, luce pura e amore viscerale. 

Ci sono due soldati nemici che si risparmiano riconoscendosi in una radice linguistica comune: “masme nen”. 

Un militare tedesco cammina lungo una via del centro. Nota l’architettura di questa città. I resti di un antico passato, di uno splendore trascorso. La cattedrale, suggestiva ed imponente

Ci mostra il Tanaro con gli occhi di due sposini fradici fini al midollo rifugiati sopra ad un tetto in attesa dei soccorritori. 

C’è un piatto di agnolotti. Incorniciato da una tovaglia bianca e bicchieri di cristallo in una qualunque domenica piemontese. Al primo assaggio il tempo si dilata. Mentre i denti sfiorano la pasta, veniamo invasi dai resti di un mondo contadino. Ma dal secondo agnolotto, come Proust con le madeleine, la magia è già svanita. 

Li mangiamo comunque con avidità perché sun pròpri bun!

Rievoca il Conte di Saint-Germain, alchemico nato ad Asti nel 1698, che sprona a gettare sempre il cuore come una fiche su un’invisibile e immensa tavola da gioco. Si perde quasi sempre ma quell’attimo di tensione è bellezza ed è il riverbero per cui vale la pena vivere. 

Giordanino, consapevole che I tempi non cambiano, stimola (quasi subdolamente) ricordi senza timore. 

Ci nutre e intanto ci racconta come l’umanità sia stata, quando il mondo era bambino, un unico villaggio di amici e che il paradiso potrebbe non essere molto diverso dall’ assaporare a lungo uno splendido primo agnolotto. 

Aurora Faletti

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