Ultimo appuntamento per la stagione teatrale di prosa al teatro civico di Moncalvo con lo spettacolo fuori abbonamento “Il fu Mattia Pasquale” , in programma sabato 7 maggio alle 21.
Testo e regia dello spettacolo sono di Pellegrino Delfino, con Mario Li santi, Silvana Nosenzo, Giada Dovico, Nicoletta Porporato, Daniele Coppo e Maria Calabrese Direzione tecnica: Nicolò Li Santi, Francesco Renna, Giuseppe Li Santi
A chi non piacerebbe vincere al Superenalotto una cifra iperbolica, sdossandosi dal tedio della routine e vivere un’altra vita sfuggendo così al suo scarno universo? Mattia Pasquale vi sfugge compiaciuto e senza rimorsi, dacché tutti lo credono morto, per via di un treno che ha deragliato finendo nel Buco Nero del Niente, ma che Pasquale ha perso per banal ritardo. Cosicché, mentre a Napoli c’è la sua lapide, l’inedito Mattia Pasquale, ora con nuova identità, ricco e innamorato, vive la sua vita in altra città.
Il diavolo però ci mette la coda, una coda lunga attorno al collo al fine di asfissiarlo. Ma Pasquale reagirà mozzandogliela a tutto tondo con una trovata, una condotta, una mossa che suona logica solo in apparenza, ma che nella sostanza stride, impapocchiosa e paradossale, come un’unghia che corre sulla lavagna.
Info e biglietti
E’ possibile prenotare i posti dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19 telefonando presso la Drogheria Broda di Moncalvo al numero 0141917143 oppure, solo per informazioni o urgenze, al numero 3738695116, dalle 9,30 alle 12,30 dal lunedi al venerdì, o inviando un email a info@arte-e-tecnica.it
Tutti i biglietti prenotati dovranno essere ritirati il giorno dello spettacolo obbligatoriamente un quarto d'ora prima dell'inizio dello spettacolo. A prenotazione scaduta, i posti prenotati saranno messi in vendita.
E' possibile e preferibile il pagamento elettronico sia per l'acquisto degli abbonamenti che dei singoli biglietti.
L'accesso al teatro è regolato secondo le recenti normative anti Covid. Per gli acquisti on line: www.arte-e-tecnica.it
L'INTERVISTA A DELFINO
Dottore, Il fu Mattia Pasquale è un riferimento all’opera di Pirandello. Che cosa l’ha spinta a creare questa pièce?
Il fu Mattia Pasquale del grande Pirandello è un capolavoro europeo del Novecento. Quello che mi ha spinto a scrivere questo testo teatrale è assai curioso in verità. Spiego. Il titolo del romanzo di Pirandello, appunto Il fu Mattia Pascal, mi tornava alla mente con il cognome “Pascal” mutato in “Pasquale”, un nome napoletano. Questo titolo, così trasformato, mi girotondava nella mente come diceva Mark Twain di un suo personaggio, il quale avendo udito una canzonetta per puro caso, gliene veniva in mente in maniera ossessiva la melodia. Per cui, a ogni piè sospinto, lui la cantava, ovunque fosse. Non poteva farne a meno. A me è accaduta la stessa cosa. Il fu Mattia Pasquale mi ronzava nel timpano come un moscone finché per fugare questa ossessione sono stato costretto a scriverne una storia. E dirò, mio malgrado. Dopo averlo scritto, il moscone non ronzava più. Questa fu la spinta.
Che personaggio è il suo Mattia Pasquale?
È un professore delle medie recatosi a Milano per un concorso non vinto. Alla stazione Centrale perde il treno per Napoli. Arrabbiato, prima di tornare in albergo, va dal tabaccaio a comprare dei sigari e al tempo stesso un biglietto della lotteria, la cui estrazione ci sarebbe stata quella sera stessa. Vince alla lotteria una cifra iperbolica, mai verificatasi prima nella storia della lotteria italiana. La nota sconvolgente è che il treno, che lui ha perso, deraglia nei pressi di Napoli e muoiono tutti. Dato che Pasquale aveva prenotato il suo biglietto online con tanto di nome e cognome, e dato che un corpo dilaniato dalle lamiere e dunque irriconoscibile era senza biglietto né documento, le autorità ferroviarie dettero notizia che Pasquale era morto. E siccome un’intera carrozza aveva ospitato politici e alti funzionari del governo, il cardinale di Napoli recita una lunga omelia e subito dopo anche il Papa. Sta di fatto che la Napoli funeraria ha allestito tombe e lapidi, compresa quella di Mattia Pasquale.
Questo è il contesto in cui nasce il suo personaggio. In che cosa è diverso rispetto al protagonista di Pirandello?
È una domanda mal posta. Anche altri me l’hanno già fatta. Nel mio testo non c’è nulla che accomuni o diversifichi il mio personaggio con quello del grande Pirandello. Se devo proprio dire qualcosa allora sottolineo che contrariamente al personaggio del capolavoro pirandelliano che è torturato l’intera vita da tutta una serie di eventi infelici, la vita del mio personaggio è assolutamente priva di elementi drammatici o tragici. Di fatto, lui ora è straricco, innamorato e corrisposto. Un solo elemento drammatico gli piomba addosso quando due suoi conoscenti che si trovano a Milano per prendere un altro treno che li avrebbe condotti a Napoli, lo intravedono e soprattutto scorgono che ha perso il treno. Quindi sanno che lui è vivo mentre a Napoli c’è la sua lapide. Un giorno si recano nella città dove risiede Mattia Pasquale – che ora ha un’altra identità come il personaggio pirandelliano – per ricattarlo.
E ci riusciranno? Nella presentazione dello spettacolo c'è scritto che “Il diavolo però ci mette la coda...”
E la coda è proprio questa.
E Mattia Pasquale riuscirà a cavarsela?
Sì, riuscirà a cavarsela con una logica così impapocchiosa che stride come il gesso sulla lavagna.
Quindi Mattia Pasquale riuscirà a vivere un’altra vita sdossandosi del tedio della routine?
Sì, attraverso la logica impapocchiosa cui ho fatto riferimento poc’anzi.
Secondo lei, in ognuno di noi c’è un Mattia Pasquale come il suo?
È molto probabile che nell’universo del fantastico nella maggioranza delle persone c’è il desiderio, che talvolta diventa bisogno, di vivere altre vite per uscire dalla malevolenza del caso che invece ci costringe a vivere la vita che facciamo.
A lei non piacerebbe trovarsi nella stessa situazione di Mattia Pasquale?
Ora non più, essendo vecchio, ma se avessi avuto 40 anni come il mio protagonista, probabilmente sì. E dico “probabilmente” perché la vita che ho fatto non mi è per niente dispiaciuta. Anche se non ho mai vinto al Superenalotto!