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Economia e lavoro | 16 settembre 2025, 07:00

Avvolgitrici automatiche o semiautomatiche: pro e contro per la tua logistica

Scegliere una avvolgitrice automatica o semiautomatica significa, infatti, incidere direttamente su produttività, consumi di materiale plastico, ergonomia del lavoro e, non ultimo, ritorno economico dell’investimento.

Avvolgitrici automatiche o semiautomatiche: pro e contro per la tua logistica

Il mondo della logistica moderna è un continuo equilibrio fra velocità, sicurezza e ottimizzazione dei costi. In questo scenario, conoscere a fondo le differenze tra avvolgitrice automatica e semiautomatica diventa cruciale per chi desidera rendere più efficiente l’imballaggio su pallet senza sacrificare qualità o sostenibilità.

 Scegliere una avvolgitrice automatica o semiautomatica significa, infatti, incidere direttamente su produttività, consumi di materiale plastico, ergonomia del lavoro e, non ultimo, ritorno economico dell’investimento.

Avvolgitrice automatica o semiautomatica

Stabilire se puntare sull’una o sull’altra soluzione richiede anzitutto di definire il contesto operativo. L’avvolgitrice automatica lavora in linea con nastri o navette, rileva il pallet in ingresso, imposta automaticamente tensione e numero di giri, taglia il film e rilascia il carico pronto alla spedizione.

 La semiautomatica, invece, demanda all’operatore l’aggancio iniziale e l’avvio ciclo: una differenza apparentemente minima che, in realtà, influisce su tempi di processo, sicurezza e necessità di formazione del personale.

Funzionamento e caratteristiche principali

Nella pratica quotidiana, la versione automatica eccelle per la sua capacità di integrarsi in flussi ad alto volume, superando agevolmente i sessanta pallet/ora grazie a sensori e PLC predisposti per l’Industry 4.0.

 Le semiautomatiche, pur potendo offrire sofisticati carrelli di pre-stretch, restano più adatte a volumi medio-bassi: riducono lo sforzo fisico dell’operatore, ma mantengono un grado di supervisione manuale che ne rallenta la cadenza operativa.

Entrambe permettono impostazioni di pre-stretch fino al 250 %, ma le automatiche modulano costantemente la tensione, garantendo un avvolgimento uniforme anche su carichi irregolari.

Vantaggi di una avvolgitrice semiautomatica

Il primo beneficio è l’investimento iniziale contenuto: una macchina di fascia media richiede esborsi gestibili anche per una PMI. A ciò si somma la flessibilità: la semiautomatica si sposta facilmente fra reparti, si installa senza opere murarie e consente all’operatore di cambiare parametri al volo in funzione del prodotto.

Sul piano ecologico, il pre-stretch abbatte l’uso di film fino al 50 %, mentre la manutenzione risulta semplice grazie a componenti meccanici facilmente accessibili. In un reparto dove si lavorano 15–30 pallet al giorno, la semiautomatica riesce a coniugare economia di scala, ergonomia e riduzione dei rifiuti plastici.

Vantaggi di una avvolgitrice automatica

Quando il throughput sale oltre cento pallet/ora, la scelta si sposta naturalmente sull’automazione totale. L’assenza di intervento umano riduce gli infortuni da movimenti ripetitivi, libera forza lavoro per attività a maggior valore aggiunto e garantisce standard di qualità costanti 24 ore su 24.

Grazie ai sistemi di taglio e saldatura del film, ogni pallet esce con la stessa quantità di materiale: un vantaggio che, su grandi numeri, incide in modo rilevante sui costi. L’integrazione con determinati software gestionali, scanner e bilance consente inoltre il tracciamento in tempo reale di ogni spedizione, funzionalità essenziale nei flussi just-in-time.

Limiti e considerazioni economiche

La semiautomatica presenta un costo nascosto: la manodopera. Se il personale è ridotto o costoso, il continuo aggancio del film può trasformarsi in colli di bottiglia e in un maggior rischio di errori.

 Dall’altra parte, l’automatica richiede spazi dedicati, sistemi di protezione perimetrale, talvolta pavimentazioni rinforzate e, soprattutto, un investimento che può superare il centinaio di migliaia di euro. Occorre quindi valutare il TCO – Total Cost of Ownership – su un orizzonte di almeno cinque anni, tenendo conto di ammortamenti fiscali e incentivi per la transizione digitale.

Impatto su sostenibilità e costi operativi

Sul fronte ambientale, entrambe le soluzioni contribuiscono a ridurre i danni da trasporto e le conseguenti emissioni correlate a resi e riparazioni. Le semiautomatiche brillano per il minor assorbimento energetico e la significativa riduzione di film grazie al pre-stretch; le automatiche rispondono con motori a inverter, funzioni di risparmio energetico in stand-by e software che calcolano in tempo reale la quantità minima di materiale da applicare, tagliando sprechi invisibili a occhio nudo. In entrambi i casi, l’uso di film con percentuale di riciclato post-consumo diventa un alleato importante per centrare gli obiettivi ESG.

Orientarsi nella scelta

La decisione finale dovrebbe nascere da un’analisi congiunta di cinque variabili: volume di pallet, layout disponibile, budget iniziale, costruzione del flusso di lavoro e strategia di crescita.

 Un’azienda in rapida espansione può optare per una semiautomatica ora, prevedendo un passaggio futuro all’automatica; viceversa, chi lavora su commesse continuative e omogenee trova più logico partire subito con la soluzione full automatic, sfruttando il risparmio di film e la riduzione del personale.

 Non va dimenticato, inoltre, il service: tempi e costi di manutenzione programmata devono essere chiari fin dall’inizio, per evitare sorprese che possano interrompere la linea produttiva.

Sguardo finale alla logistica

In definitiva, scegliere tra avvolgitrice automatica o semiautomatica significa misurare con precisione la propria catena del valore: se il cuore dell’attività richiede rapidità, tracciabilità e standardizzazione assoluta, l’automatica rappresenta un investimento strategico che ripaga nel medio termine; se, invece, si lavora su lotti variabili e si privilegia la flessibilità, la semiautomatica può offrire la stessa qualità di avvolgimento con un esborso più leggero e una gestione semplificata.

 Valutare attentamente questi fattori consentirà di innestare l’imballaggio su pallet in un percorso di logistica sostenibile, capace di coniugare margini operativi, sicurezza e rispetto per l’ambiente.









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