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Cultura e tempo libero | 15 marzo 2019, 12:14

Il disturbo da deficit di attenzione: se ne parla il 22 a Nizza Monferrato

La storia di un bambino difficile, di una madre tenace e della battaglia contro i pregiudizi

Il disturbo da deficit di attenzione: se ne parla il 22 a Nizza Monferrato


“ADHD: quando pronuncio queste quattro lettere c'è sempre qualcuno che mi guarda come se parlassi di una malattia infettiva, o di una branca deviata dei servizi segreti. A volte mi capita di dire soltanto: «Mio figlio è iperattivo», ma anche quella è una parola complessa, che contiene tanto dolore e tanta bellezza nello stesso tempo.”

Spot

https://www.youtube.com/watch?v=ByAtY57lEyo

Si presenta di Nizza Monferrato alla Biblioteca civica Umberto Eco alle18 con Chiara Garbarino e il suo libro "La felicità non sta mai ferma" .

Tutti i genitori hanno numerose storie da raccontare sui disastri, piccoli o grandi, comici e meno comici, combinati dai figli piccoli: vasi infranti, brutte figure in pubblico, reazioni scomposte al parco giochi. https://www.youtube.com/watch?v=ByAtY57lEyo

Chiara ne ha più di tutti. Leo si è annunciato che ancora era nella pancia: con qualche calcio ben assestato staccò la cartilagine di una costola a Chiara. E quando è uscito dalla pancia è stato subito un bambino ribelle, che non stava fermo un attimo, che non ubbidiva come gli altri bambini, che aveva reazioni imprevedibili e violente. Ma era anche un bambino dolce, intelligente, capace di dare e ricevere affetto. Come mai Leo non si calmava, come tutti (nonni, pediatri, maestre d'asilo) assicuravano che avrebbe fatto, col tempo? Perché non si riusciva in nessun modo a farlo comportare da "bravo bambino"? Come lottare contro l'opinione che andava formandosi in paese, secondo cui il bambino era un teppistello maleducato e Chiara una cattiva madre?

Per fortuna, con l'aiuto di una psicologa infantile, pian piano la situazione si è chiarita ed è emerso che Leo soffre di un disturbo dell'attenzione e di iperattività: una sindrome dai contorni ancora poco definiti, che spesso si nasconde dietro l'acronimo ADHD e di cui si sa molto poco, nelle famiglie e nelle scuole, nonostante le diagnosi si stiano in questi anni moltiplicando.

Ora Leo ha dieci anni, in paese cominciano a conoscere la sua diagnosi, a scuola hanno finalmente capito che non si trattava di maleducazione o svogliatezza, e le cose vanno meglio. Le difficoltà quotidiane sono tante, ma ora Chiara sa che il suo è un bambino speciale, più problematico degli altri, ma altrettanto intelligente, beneducato, sensibile e buono. E vuole raccontare la loro storia a tutti, perché sempre meno genitori si ritrovino smarriti di fronte a bambini difficili, sempre meno insegnanti li trattino come piccoli delinquenti, sempre meno persone li giudichino, li isolino, non li capiscano.

redazione

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